lunedì 3 dicembre 2012

I 10 film che mi porterò nella famosa isola deserta

1. BARRY LYNDON di Stanley Kubrick (1975)


Il film della mia vita. Lo vidi per la prima volta a quattro anni e decisi che nessun film sarebbe mai stato meraviglioso quanto questo. In effetti, a distanza di tanto tempo e dopo tonnellate di film visti e rivisti, mi accorgo che è tutto inutile: ritorno sempre qui, a Barry Lyndon, coi suoi personaggi, i suoi colori, i suoi dialoghi, la sua storia. E' il primo della lista e credo che non esista nulla al mondo in grado di strapparlo al gradino più alto del podio.

2. MANHATTAN di Woody Allen (1980)

Quando ti accorgi che non sei più un ragazzino e che al mondo esiste qualcosa che va oltre la tua mentalità da cowboy solitario e ateo (ad esempio, le donne), senti il bisogno di una guida spirituale. Woody Allen venne in mio aiuto con il suo capolavoro e mi illuminò, cosa che del resto ha fatto con quasi tutti i suoi film (in particolare Match Point). Ho paura ad andare a New York, perchè so che non potrei mai fare un giro di calesse notturno a Central Park come facevano lui e Mariel Hemingway. D'altra parte, è anche questa la magia del cinema.

3. IL POSTO DELLE FRAGOLE di Ingmar Bergman (1957)


Un giorno potrei fare la top-ten solo dei film di Bergman (magari la farò davvero...), ma Il posto delle fragole sarà sempre al primo posto. Ho una sorta di orologio biologico presente nel mio organismo, un orologio che almeno una volta all'anno si ferma, per farmi capire che è il momento che io scatti in piedi e corra a prendere la mia copia del film per rivederlo. Perfetto in tutto, dalla storia alla sublime recitazione, dalla fotografia alla capacità di commuovermi sempre, come se fosse la prima volta che lo vedo.

4. KILL BILL vol. 1 & 2 di Quentin Tarantino (2003-2004)


Qualcuno potrebbe accusarmi di barare con il discorso <<Ehi, questa è una top-ten e tu citando un film doppio fai una top-eleven!>>, ma non la vedo così. Inizialmente, questo grandissimo film era stato pensato per essere distribuito (almeno in Europa) in una versione lunga oltre quattro ore, ma i produttori sono delle brutte bestie. Ad ogni modo, è un'opera unica, speciale, di una bellezza che non finisce mai di sconvolgermi. I nerd (che quando uscì il film si chiamavano semplicemente "sfigati" o "imbecilli" o "pezzenti") si sono uccisi cercando minuziose scopiazzature a film che non erano di moda negli anni '70 e che lo sarebbero divenuti solo dopo l'uscita dei due Kill Bill. Il che conferma più che mai la teoria che Tarantino non segue le mode, ma le crea. E questa ne è la prova, in tutto il suo splendore.

5. APOCALYPSE NOW-REDUX di Francis Ford Coppola (1979-2001)


Ciò che fa differire l'epica di Apocalypse Now (amo mettergli accanto Full Metal Jacket e La sottile linea rossa) dalla cronistoria de Il giorno più lungo è che la prima è alla base di film sulla guerra, la seconda si limita ad essere lo strumento narrativo dei film di guerra. Coppola realizza un kolossal allucinato dove mette insieme il Vietnam, il rock, Conrad, la guerra, lo scontro fra civiltà moderna e società tribale. E tutto quadra, nel suo immenso, straordinario affresco dove vengono annientate sia la legge degli uomini che quella di Dio. Esiste solo la legge della giungla, e il suo valore non perderà mai forza. Attuale, ieri come oggi.

6. SENTIERI SELVAGGI di John Ford (1956)


Cos'è il western? Il western è John Ford. Il western è la porta che si apre sulla prateria da cui arriva John Wayne e si chiude sulla porta davanti alla quale John Wayne se ne andrà. Un film mitico, intramontabile, nonchè il film western perfetto: crudo, concreto ma anche romantico (l'incontro con Natalie Wood fa parte di un'iconografia che nulla ha da invidiare a quella della Madonna con bambino). Una altissima lezione di cinema. Nel suo genere, la più alta.

7. C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA di Sergio Leone (1985)


Un'enorme struttura cinematografica con cui tutti quelli che hanno fatto gangster-movie dopo si sono dovuti confrontare. Appartiene a quei pochi film che ti catturano, ti emozionano, ti fanno vivere accanto ai protagonisti. Per Noodles, chissà, alla fine è stato davvero tutto un sogno, ma per lo spettatore è pura realtà. Anzi, meglio: per dirla con Kubrick, è la "fotografia della realtà".

8. CARO DIARIO di Nanni Moretti (1993)


3 episodi. 3 piccoli film. 3 grandi storie. Il punto di vista dell'odioso e antipatico Nanni Moretti finisce con l'essere lo stesso di persone che con lui non vorrebbero avere nulla in comune, neanche il successo. Un'analisi efficace e sottile della quotidianeità, delle persone, della vita del singolo che coincide, agli occhi di chi osserva il "Nanni nazionale" girare in Vespa o andare in farmacia, con la vita di molti. L'ultimo film italiano bello, in tutto e per tutto. Punto.

9. L'APPARTAMENTO di Billy Wilder (1960)


Senz'altro è meno divertente di A qualcuno piace caldo e meno comico di Non per soldi, ma per denaro. Eppure, per me, è la più grande commedia di Billy Wilder. Anticipa il mondo "cubico" degli impiegati delle strisce di Dilbert e di cialtronate più sbrigative come Camera Cafè, inchioda la classe dei "bravi" dirigenti aziendali di Manhattan ed entra nella vita privata del single gentile e leggermente imbranato, mostrandocene i sonniferi, la passione per il telecomando e la pizza precotta. L'inquadratura finale, con Jack Lemmon che scozza le carte e la MacLaine che si toglie il soprabito, vale più di vent'anni di commediole americane "indipendenti" (che negli USA vuol dire "dove è possibile mostrare almeno un capezzolo").

10. CLOSER di Mike Nichols (2004)


Il classico domandone da un milione di dollari è <<Che cos'è l'amore?>>. Io saprei rispondere e direi <<E' Closer>>. Teatrale in tutto, ma mai così vicino alla realtà, è il tipico film che fa paura: nessuno di noi vorrebbe essere uno dei quattro (grandi) protagonisti. Quando Dan (Jude Law) e Alice (Natalie Portman) si sono ritrovati e hanno fatto l'amore dopo tanto tempo parlano: i due si sono chiariti, si sono fatti mille promesse, il loro futuro è roseo. Lui ha una gran voglia di fumare, esce dalla camera di albergo per andare a prendere le sigarette ma trova una rosa in un vaso del corridoio, così torna indietro e la porta alla sua fidanzata. <<Io non ti amo più>> dice lei, <<Da quando?>> domanda lui. <<Da adesso>> è la lapidaria risposta di Alice. Il più bel film sull'amore di sempre, senz'altro il più vero.










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