Nel 2005, molti lettori di Iron Man impazzirono per la saga di sei numeri scritta da Warren Ellis e intitolata Extremis. Chissà la loro sorpresa nel vedere, otto anni dopo, quella bellissima storia trasposta al cinema. Infatti, il soggetto alla base del tanto atteso nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe riguardante Tony Stark e le sue invenzioni non è altro che quello scritto da Ellis nel 2005. E Iron Man 3 di Shane Black (cresciuto come sceneggiatore nella fucina di Scuola di mostri, autore milionario dello script di L'ultimo boyscout e già dietro la macchina da presa in Kiss Kiss Bang Bang) proprio non delude.
Non delude perchè Tony Stark, stavolta, è davvero in crisi, con la sua villa-officina di Malibu distrutta dai mercenari del Mandarino (Ben Kingsley), la bella Pepper prigioniera del viscido Aldrich Killian (Guy Pearce) e l'amico War Machine (Don Cheadle) "impossibilitato". Potrebbero aiutarlo Maya (la splendida Rebecca Hall), una botanica sua vecchia fiamma, e un bambino fissato con la tecnologia e residente nel Tenneessee. Niente J.A.R.V.I.S., niente armatura: solo l'ingegno e le mani nude per fronteggiare un villain istrionico e pazzoide dietro cui si potrebbe celare qualcosa di ben più grande e pericoloso.
Ne deriva che Iron Man 3 è, per tanti versi, l'anti-film Marvel per eccellenza: Stark appare finalmente come un personaggio in grado di andare oltre il pagliaccio che compiace nerd insicuri e di convincere tutti, perchè ha perso quella patinatura da commediante che sparava battute a raffica nelle prime due pellicole. Black dimostra che il super-eroe non è tanto "Tony Stark che indossa l'armatura", quanto "l'uomo Tony Stark". Non esiste un dialogo fuori posto o sopra le righe, così come non c'è un momento dove l'effetto speciale "stona" o è di troppo. Come se non bastasse, Iron Man 3 è anche una pellicola ricca di celata e feroce polemica, cosa inusuale per una produzione Walt Disney: ci si burla dell'intervento americano in Afghanistan, così come della mentalità degli stati del Sud-USA (lo scambio di battute sui gratta e vinci sembra arrivare da qualche action-movie di livello di venti anni fa), fino ai brillanti bisticci domestici fra Stark e Pepper. No, non è un film super-eroico, o almeno non presenta un super-eroe al di sopra di tutto e tutti. Potrebbero accusare Black di seguire una moda ispirata alla poetica di Nolan: presentare un super-eroe in crisi, senza maschera, senza le forze, svelarne il lato più oscuro e umano, eccetera. Ma non è così: quella moda è stata seguita- almeno in casa Marvel -dall'orrendo Amazing Spider-Man, che è solo un balocco per adolescenti brufolosi che neanche sanno cosa sia il Cinema. La differenza fra Black e Nolan sta proprio in questo: Nolan ha voluto rendere "serio" un qualcosa che di serio non ha niente (mettetela come vi pare, ma è comunque un film su un tizio milionario mascherato da pipistrello che salta dai grattacieli e combatte il crimine) riuscendoci perfettamente, mentre a Black non gliene frega nulla di tutta questa presunta "serietà". Lui si preoccupa solo di girare un film d'azione formidabile dove il protagonista usa, come arma, un'armatura ultratecnologica. Forse per questo il risultato è così genuino, e Iron Man 3 è uno dei tre film Marvel migliori di sempre.
P.S.: l'ho visto convertito in 3D, ma vi assicuro che renderebbe benissimo anche in 2D.
P.S.: mi raccomando, non lasciate la sala fino alla fine e assistete al miglior finale nascosto di sempre, superiore anche a quello di The Avengers.
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