C'è una cosa che amo vedere follemente in un film: il piano sequenza. Non a caso, amo i film di Welles e molte cose di Hitchcock, rivedo senza fatica ma, al contrario, sempre con vivo piacere Arca russa di Sokurov, ritengo irrinunciabile il 96% della filmografia di Scorsese e una buona fetta di quella di De Palma, così come ho sempre ammirato certe scelte stilistiche di Godard e quei carrelli unici, straordinari di Kubrick. Per me, la scelta di un efficace piano sequenza influisce pesantemente nel farmi piacere più o meno un determinato film: non lo dico per "spirito formalista", ma perchè il piano sequenza è uno strumento rivoluzionario, uno dei più potenti cui un regista può ricorrere per aiutarci ad entrare nella sua storia.
Dopo il piano sequenza iniziale di tre minuti con cui si apre, amo già Come un tuono di Derek Cianfrance. Il particolare del coltello che gira fra le dita sporche di olio, la maglietta di Ride the Lightning (non scelta a caso) dei Metallica, il pacchetto di sigarette infilato non in tasca ma dentro i jeans, Ryan Gosling ripreso solo di schiena che conficca il coltello su un asse in legno della parete, cammina a testa alta, si infila un giubbotto da motociclista, esce, attraversa un luna-park affolatissimo, la gente sembra conoscerlo, sì, deve essere uno di quelli "famosi almeno un po'" e arriva di fronte ad una gabbia sferica in ferro e tre moto, di cui due già occupate da una coppia di colleghi, e circondate da persone che sono lì per lui. A questo punto la macchina da presa non stacca, ma ruota di 180° e ce lo fa vedere: accanto all'occhio sinistro ha qualcosa, non si capisce se è una cicatrice o un tatuaggio. Poi lo vediamo meglio: è un tatuaggio, raffigurante un pugnale dalla cui punta scende una goccia di sangue. Butta la sigaretta e mette il casco. Il suo nome è Luke Glanton, è un eroe ma non lo sa: lavora come motociclista acrobatico in questo luna-park nello stato di New York. Scopre di avere un figlio, Jason, avuto con Romina (Eva Mendes), una cameriera del posto che ha tenuto il bambino e ora vive con la madre e il compagno, Kofy. La vita di Luke cambia di colpo: non può seguire il carrozzone del luna-park e si licenzia. Inizia a lavorare presso un meccanico, che lo invita a sfruttare la sua grande abilità motociclistica per rapinare banche, arricchirsi e poter dare una vita decente alla sua "famiglia". Luke diventa un fuorilegge, ma non fa male a nessuno: i soldi arrivano, ma il suo stile di vita sregolato non lo porta molto lontano...
Si sa che l'unico scopo di un trailer è invitare chi lo guarda a vedere un film: così, ogni trailer cerca di gonfiare il più possibile l'opera, ricerca la frase ad effetto e la citazione esagerata di qualche giornale. Il trailer di Come un tuono non fa eccezione, e vi si può leggere, in sovrimpressione, la definizione datagli da Variety: "un film straordinario". Bene, non hanno esagerato. Si tratta davvero di una pellicola straordinaria in tutto: dal personaggio di Gosling a tutti gli altri, dall'incredibile quantità di fatti che riesce a raccontare in 140 minuti alle scene di azione girate ad alta velocità. Derek Cianfrance è un autore che, alla sua terza regia, sforna un film che ha il ritmo e l'intensità degni di un grande romanzo. Dalla storia di un uomo attorno a cui si crea- complice l'aspetto dell'antieroe -un alone mitologico si distacca una serie di eventi strettamente connessi, che si snodano in un arco di oltre quindici anni. Il povero motociclista fuorilegge finisce con l'essere, pur nella sua delinquenza, il paladino dei sentimenti più nobili e della vera libertà a cui tutti, nel profondo, ambiamo. E' anche una critica pesante alla famiglia standard, rinchiusa nel carcere delle villette a schiera, col giardino curato e la macchina pulita di fronte al garage. Opera ricca di sfumature e aperta a molteplici letture, quella che vede protagonisti Luke, Romina, Avery, Jason e AJ è pura e semplice Epica. Moderna, ma sempre e comunque Epica.
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