Per un anno della mia vita ho abitato a Firenze.
Avrebbe dovuto essere un grande anno, ma alla fine è risultato essere il peggiore mai vissuto finora. Non è stata colpa della città (con la quale continuo ad avere un buon rapporto e dove sono tornato, nel 2012, proprio per i miei studi alla Scuola Internazionale di Comics), ma mia: dall'Università alle donne, dai film visti al cinema ai libri letti, sbagliai proprio tutto quell'anno. Commisi anche l'errore di andare per locali, alla ricerca di artisti misteriosi e di una fantomatica musica udibile dall'ora dell'aperitivo fino a tarda notte che pareva non essere utilizzata esclusivamente come sottofondo dei pettegolezzi "pottini" (che per quanto "pottini" restano pur sempre pettegolezzi) o dello smodato consumo di alcool.
Il d.j. e produttore milanese Aquadrop |
Da quell'anno, complici tecnologie sempre più raffinate, ho smesso definitivamente di uscire di casa di proposito per recarmi a sentire quel <<d.j. emergente che suona in quel piccolo bar o in quel circolo e lo fa per un uditorio realmente interessato a lui>>: queste cose non esistono, e forse non sono mai esistite. Adesso, in compenso, la musica inedita la cerco in rete, grazie a Soundcloud o LastFM, e spesso finisco col fare ottime scoperte: ma- ironia della sorte -le ottime scoperte non sono mai italiane. Infatti, se proprio volessi farmi del male e ascoltare musica pseudo-rock su Soundcloud, mi troverei davanti a stormi di tribute band di Ligabue, a cantautori politicizzati che non sanno neanche votare, a collettivi di rapper socialmente impegnati che dopo venticinque anni non demordono, a gruppetti indie usciti da qualche oratorio della Bassa. Sul panorama elettronico non siamo messi molto meglio in quanto a "emergenti", tant'è che paesi da noi tanto snobbati come Uruguay e Estonia vantano talenti che neanche possiamo immaginare.
Potete dunque immaginare la mia sorpresa quando mi sono imbattuto in Aquadrop, produttore e d.j. milanese che ha all'attivo già svariati album, EP e remix di artisti più o meno famosi. Partendo da esperienze vicine al trip-hop (ha collaborato con autori della Ninja Tune) e all'ambient (è stato sound-designer per Discovery Channel, Diesel, Good Year, Channel 4, Mtv USA, ecc.), è approdato alla dub con un'originalità e una classe cui pochi altri artisti nostrani ci hanno abituati. Il recente Yesom è una prova tangibile della bravura di Aquadrop, sospeso fra il surrealismo sonoro (sulla copertina la citazione magrittiana è evidente) e rimandi che arrivano fino all'hip-hop di periferia. Sebbene elogiato dai più famosi colleghi Crookers, Mau5trap, Todd Edwards, Aquadrop preferisce starsene in disparte, preferendo l'emittente BBC1 a Radio 105 o M2O, locali come Fabric o Ministry Of Sound ai vari Cocoricò e Capannina, un'identità da artista internazionale meno famoso a quella di lamentevole autore sconosciuto in questo Belpaese.
Copertina di Yenom (ESP Records, 2013) |
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