Se qualcuno aspettava un lungo biopic su Alfred Hitchcock (1899-1980), può evitare questo piccolo grande film biografico che, nel resto del mondo, tutti avevano visto già sei mesi fa. Ma se, d'altra parte, i fan di Hitchcock e più in generale gli amanti del cinema vogliono gustarsi una bella storia vera e perfettamente romanzata, si accomodino.

Al di là dell'istrionico, divino Hopkins (forse era tutta la vita che aspettava un ruolo simile), la figura del film della quale non si può fare a meno di innamorarsi è quella interpretata dalla Mirren. Tutti parlano sempre della mania di Hitchcock nei confronti delle sue attrici protagoniste, ma si dimenticano che "Hitch" fu sposato con Alma Reville dal 1926 al 1980, quando morì. Alma era primariamente una sceneggiatrice (è stata accreditata nei film del marito dai tempi del muto fino al controverso Paura in palcoscenico del 1950), ma in realtà era una donna che conosceva il cinema meglio di tante persone: la scena in cui Hitch è a letto con la febbre e, per non perdere altri soldi, lei si reca sul set di Psycho e gira per due giorni come una vera professionista non è fantascienza. Alma Reville conosceva bene proprio il lato tecnico del cinema: oltre ad avere lavorato saltuariamente come attrice, era stata assistente alla regia di decine di film, nonchè montatrice del film muto Donna contro donna (1922). Ad ogni modo, tutti hanno sempre lasciato che la figura della moglie di Hitchcock venisse adombrata, ma, come sempre si sa, che "dietro ad un grande uomo c'è una grande donna". E così è anche in questo caso.
Hitchcock non verrà tanto ricordato come un capolavoro, ma ha un pregio che pochissimi film hanno: è un film voluto. Il regista inglese Sacha Gervasi ama profondamente il suo connazionale "maestro del brivido", ha voluto fare un film proprio sulla vita del grande regista nel periodo di Psycho, e pur inciampando in qualche sentimentalismo (il "bacino") e rimarcando troppo certi luoghi comuni (la passione per le bionde, ad esempio), rende perfettamente riuscita questa personale biografia di Hitchcock: si ride, si piange, ci si lascia coinvolgere dalle ordinarie vicende di un inglese panciuto e complessato che amava il cinema esattamente quanto noi.
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