martedì 16 dicembre 2014

Guns N'Roses, "Appetite For Democracy" [Suggestioni uditive]

Guns N'Roses,
Appetite For Democracy
(Geffen/Rock Fuel Media, 2014, DVD+2 Cd, Live)

★★★½
















Il 2014 rischiava di essere l'ennesimo anno in cui i gunners più devoti rimanevano a bocca asciutta in fatto di materiale appartenente alla loro band del cuore. E se si vuole essere precisi, non è andata tanto diversamente: nessun album (nonostante già nel 2013 si parlasse del "seguito di Chinese Democracy"), nessun singolo promozionale, nessuna partecipazione a dischi tributo, nessuna inedita resa disponibile per il download in rete (l'anno scorso era toccato a Going Down), nessuna demo da scaricare illegalmente. E pur prescindendo dai loro numerosi progetti individuali, non è che i Guns si siano propriamente "ammazzati di lavoro": all'infuori di un mini-tour in Sud America a inizio anno e di alcune premiazioni (solitamente tamarre e imbarazzanti, come quella presieduta da Nicolas Cage), hanno fatto ben poco. Però è uscito Appetite For Democracy, terza testimonianza live del gruppo (in ventinove anni di carriera) e la prima a documentare il lavoro sul palco della "nuova", ipercriticata formazione. 
Registrato il 21 novembre 2012 all'Hard Rock Hotel And Casinò di Las Vegas (luogo dove, ormai dodici anni fa, gli Aerosmith incisero il miserello Rocking The Joint), Appetite For Democracy arriva nei negozi dopo mesi e mesi di produzione travagliata  e immancabili ritardi: doveva uscire nei cinema ad aprile, ma non riesce ad approdare in pochissime sale americane prima di luglio (come Appetite For Democracy 3D); a settembre vengono ventilate delle date di uscita europee, ma va tutto in fumo a causa dell'assenza di distributori e così, il 4 novembre, Appetite For Democracy esce in quattro diversi formati (DVD singolo, Blu-Ray singolo, DVD+2Cd, Blu-Ray 3D+2 Cd+ T-Shirt), senza alcuna campagna promozionale e con pochissima risonanza mediatica. Il perchè, come spesso accade con ciò che concerne W. Axl Rose, è figlio del mistero. Del mistero, sì, ma anche del disinteresse, perchè il rock riflette spesso ingiustizie e assurdità del mondo reale, e non somiglia affatto a quel luogo protetto e idealizzato che i più sognano da cinque decenni a questa parte. E i Guns questo lo sanno, ed è per questo che l'Appetite For Democracy Tour nasce come una serie di appuntamenti a porte prevalentemente chiuse e composto da date sparse per quei luoghi del mondo che ancora sembrano accettare a pieno la proposta musicale di una band che non si è mai sciolta, ma ha solo cambiato pelle, senza il bisogno di rinnegare nulla o piegarsi al volere di nessuno. Anche a costo di sacrificare il successo stellare degli anni d'oro.
Il grado 0 del tour è rappresentato da dodici date come resident a Las Vegas, città del peccato e simbolo di quella decadenza del rock&roll che i Guns avevano già preannunciato ai tempi di Pretty Tied Up e che è per loro, ormai, una sorta di seconda casa. Pochi biglietti disponibili e una scaletta che comprende sette brani dei dodici di Appetite For Destruction, capolavoro del quale si celebrano venticinque anni. Lo show del 24 novembre è l'ultimo, dopodichè la band partirà per l'estremo oriente. Si potrebbero presagire stress e stanchezza, ma non è assolutamente così. Le telecamere di Kerry Asmussen si ritrovano a riprendere un tripudio di luci, fuochi, ghiaccio secco, ballerine, paillettes, pirotecnica assortita, pianoforti a coda volanti, rampe e gru che roteano nello spazio (non di certo gigantesco) dell'Hard Rock Hotel. Sul palco, una band in forma smagliante composta da musicisti bravi se non eccezionali (un trio chitarristico della fattura di quello Fortus, Bumblefoot e DJ Ashba è roba che si ritrova giusto nei Maiden o nei moderni Allman Brothers) e un unico, indiscusso frontman, il più grande che la storia del rock abbia mai avuto: Axl è un leone ingrassato con cappelli pacchiani e occhialoni da sole improbabili, ma è pure un performer ancora in grado di rappresentare il rock 'n roll al meglio di tutte le sue forme, musicali, estetiche e comunicative. Ma soprattutto riesce a nascondere come una vecchia volpe gli acciacchi che l'età ha arrecato alla sua splendida voce: November Rain è ancora eterna, per non parlare della finezza con cui affronta brani più veloci e selvaggi quali Welcome To The Jungle o You Could Be Mine. Le cadute, purtroppo, arrivano più dal repertorio di Chinese Democracy: This I Love è una canzone tanto meravigliosa quanto difficile e questa versione si può definire tutt'altro che riuscita, così come non vorremmo rivedere o riascoltare le Better o Street Of Dreams contenute qua dentro. D'altro canto, My Michelle suona straordinariamente, e lo stesso si può dire di Rocket Queen. Grande assente, There Was A Time, forse l'unico autentico capolavoro di Chinese Democracy. Ma il lato positivo di Appetite For Democracy è che le defezioni della tracklist sono tutte controbilanciate dalle sorprese gradite, sorprese che hanno i nomi di grandi canzoni del passato quali The Seeker (The Who) e Another Brick In The Wall pt. 2 (Pink Floyd). Abbastanza inutili, invece, i tentativi di dare risalto ai singoli membri (un po' sulla falsariga di quanto accadeva nei lunghi intermezzi del Use Your Illusion World Tour): dispiace dirlo, ma Tommy Stinson non è Duff McKagan, e la sua Motivation non vale mezzo secondo della Attitude suonata al Tokyo Dome nel 1992. Gli extra del DVD (backstage e qualche intervista di circostanza) sono abbastanza tristi e non aggiungono niente alle notizie che abbiamo sui Guns N'Roses del presente, quelli che, mentre scrivo, pare siano di nuovo in studio a sovraincidere e mixare materiale inciso negli ultimi anni e a preparare un album che si spera possa metterci meno di quattordici anni ad arrivare sul mercato; quelli che suonano sul palco di questo DVD per quasi tre ore, protagonisti di un concerto lungo, appassionato, esaltante in tanti momenti e deludente in alcuni altri, pregno di rabbia (guns) e romanticismo (roses) e reso ancora più intenso dalla frustrazione che i Guns provano in seguito al flop di Chinese Democracy, all'incomprensione prolungata di un pubblico stupido e pigro e alle critiche che piovono loro addosso- spesso ingiustamente -ad ogni occasione.
Ma in tutta onestà, guardando e riguardando attentamente alcuni momenti di questa serata a Las Vegas, Axl e soci sembrano fottersene proprio alla grande e forse preferiscono scoprirsi ancora una volta scomodi, coraggiosi, pericolosi, controcorrente e veri, oltre che ingrassati.

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