sabato 27 febbraio 2016

Due parole sugli Oscar 2016 [Ombre elettriche]


Mi piace scrivere cazzate sugli Oscar ogni anno.
Lo ritengo rilassante e sono qui, a battere le mie impressioni riguardo a questa buffonata che mi diverte e mi permette di tenere decine di conversazioni con amici e parenti a tal riguardo. Poi mi lasciano basito quelli che di tutto ciò che è in lizza hanno visto un 2% e ne conoscono, per sentito dire, un ulteriore 5% (e chissà perchè, a detta di questi fenomeni, quel 7% deve vincere tutto e il più possibile, manco fossero i loro intelletti a essere candidati alla bramata statuetta). 
Che l'Oscar sia una bischerata lo dimostra, da ormai quindici anni, Bob Dylan: da quando ne ha vinto uno nel 2001 per la canzone Things Have Changed, non c'è stata sera o concerto del Never Ending Tour in cui si sia presentato- col ghigno beffardo di chi la sa lunga-senza l'invidiata statuetta appoggiata o sulle tastiere o su uno degli amplificatori della propria band. Dylan è Dylan, e ha capito meglio di tutti che la vera utilità dell'Oscar è quella di un bel soprammobile, anzi, di un bell'oggetto di scena fabbricato presso la lobby hollywoodiana.
La stessa lobby che quest'anno ha deciso di candidare allo strabiliante numero di dieci statuette un film australo-statunitense che ho amato tantissimo (tant'è che ha occupato il gradino più alto della mia top-ten di fine anno dei migliori film visti) e che mai mi sarei aspettato riuscisse ad arrivare- meritatamente -tanto in là. Sto parlando di Mad Max: Fury Road di George Miller, un capolavoro autentico e senza dubbio uno dei sei, sette film più importanti del XXI Secolo (state tranquilli, se ne aggiungeranno altri da ora ai prossimi settantacinque anni!). A maggio, poco dopo la sua uscita e poco dopo le sue due visioni che mi sono concesso in sala, mi sono subito sperticato in lodi sincere e prive di filtri, attirando su di me le perplessità di alcuni utenti FB:

"Addirittura", certo. Lo dimostrano i fatti, i premi e il parere della buona critica specializzata. C'è poi chi non lo ha visto e si è giustificato col rifiuto di un'ennesima "trashata" (gente che magari andrà in brodo di giuggiole per l'ottavo Die Hard o il dodicesimo F&F o che si sente raffinata quando, per Natale, preferisce Lillo&Greg a Neri Parenti), oppure chi lo ha visto e semplicemente non lo ha capito. I sempliciotti diranno <<E che c'è da capire in un film dove dei tizi scappano e altri tizi li rincorrono?>> e la risposta è: molto. Perchè, con ogni probabilità, Mad Max: Fury Road è una delle poche prove filmiche del famoso "qualcosa in più", un qualcosa di difficilmente spiegabile (non che da maggio ad ora non ci abbia provato!) e per cui l'unico aggettivo utile che mi sovviene è totale. Dal 2000 ad oggi abbiamo senz'altro visto scene, inquadrature, frammenti di cinema puro sparsi in un numero irrisorio (irrisorio rispetto a quanti film ci hanno subissati in sedici anni di visioni) di pellicole. Mi viene in mente, ad esempio, la scena del Club Silencio in Mulholland Drive, che in appena otto minuti condensa un linguaggio e un'arte ormai vecchi di centoventi anni. Ecco, Mad Max: Fury Road è un altro di quei frammenti, una messinscena del Club Silencio da centoquindici minuti.
Perciò, aggiungerò poco altro sugli Oscar 2016, se non che non ho ancora visto, purtroppo, Il caso Spotlight e che La grande scommessa continua a sembrarmi un favorito sopravvalutatissimo, per quanto coraggioso. Bando alle ciance! Mad Max: Fury Road per me deve uscire come vincitore assoluto. Filosoficamente e moralmente, lo è già, ma non nego che vedergli vincere un bel po' di premi non mi dispiacerebbe. Anche solo per far incazzare chi lo ha detestato, o non lo ha visto, o peggio ancora non lo ha voluto vedere.

Film: Mad Max: Fury Road
Regia: George Miller (Mad Max: Fury Road)
Attore protagonista: Michael Fassbender (Steve Jobs)
Attrice protagonista: Cate Blanchett (Carol)
Attore non protagonista: Christian Bale (La grande scommessa)
Attrice non protagonista: Jennifer Jason Leigh (The Hateful Eight)
Sceneggiatura originale: Josh CooleyRonnie del CarmenPete Docter e Meg LeFauve (Inside Out)
Sceneggiatura non originale: Phyllis Nagy (Carol)
Film straniero: -
Film di animazione: Inside Out
Fotografia: Emmanuel Lubezki (Revenant- Redivivo)
Scenografia: Jack Fisk (Revenant- Redivivo)
Montaggio: Margaret Sixel (Mad Max: Fury Road)
Colonna sonora: Ennio Morricone (The Hateful Eight)
Miglior canzone: Lady Gaga (Til It Happens To You)
Effetti speciali: Andrew Jackson, Dan Oliver, Andy Williams e Tom Wood (Mad Max: Fury Road)
Sonoro: Chris Jenkins, Gregg Rudloff e Ben Osmo (Mad Max: Fury Road)
Montaggio sonoro: Martin Hernandez e Lon Bender (Revenant- Redivivo)
Costumi: Jenny Beavan (Mad Max: Fury Road)
Trucco e acconciatura: Lesley VanderwaltElka Wardega e Damian Martin (Mad Max: Fury Road)
Documentario: -
Cortometraggio documentario: -
Cortometraggio animato: -

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