sabato 7 marzo 2015

James McCurtry, "Complicated Game" [Suggestioni uditive]

James McCurtry,
Complicated Game
(Blue Rose Records, 2015)
★★★★















Mesi fa, su YouTube, fece capolino il divertente video di How I'm Gonna Find You di James McCurtry e io mi domandai da quanti anni non sentissi nemmeno pronunciare il nome di questo cantante. Possibile che fosse almeno dal 2008, anno della pubblicazione di Just Us Kids e del mio conseguente innamoramento per le sue liriche e la sua voce (in misura minore, per la sua musica)? Molto probabile.
Non so cosa abbia fatto James McCurtry in questi sei anni e mezzo, ma so cosa ho fatto io e cosa non ho fatto, cosa avrei potuto e cosa non ho potuto fare. Ed è curioso come Complicated Game, suo nono album in studio di dodici, nuovi pezzi, finisca per essere dotato di un'identità e di una forza pazzesche, che me lo fanno sentire affine e amare follemente. 
"L'antichità non ci è data in cosegna di per sè", diceva Novalis, "al contrario tocca proprio a noi saperla evocare": e questo McCurtry lo sa fare benissimo. Il pezzo che apre le danze, Copper Canteen, è il primo di una lunga fila di capolavori, una ballad tutta texana che profuma di fiori del deserto e di spremuta di cactus. E sempre figlie di questa ruralità un po' arcaica sono You Got To Me e Ain't Got A Place. Bisogna attendere il singolo How I'm Gonna Find You per avere il primo brano dalla marcata fattura rock di Complicated Game: coi suoi cori black, la batteria elettronica e il banjo infuocato di Curtis McCurtry è sicuramente la canzone più ricca anche a livello produttivo. Del resto, uno degli innumerevoli pregi di questo disco è proprio la studiata moderazione con cui James e il suo produttore CC Ardcock hanno dosato la presenza degli altri strumenti. In un serrato confronto fra tradizione folk e modernità roots-rock, spuntano fuori altre perle in cui il banjo, l'organo, il piano e la batteria sono solo lievemente accennati (She Loves Me, Carlisle's Haul, Cutter), ma non spariscono neanche pezzi più "radiofonici" quali These Things I've Come To Know e Long Island Sound. Il country svampito e post-moderno di Forgotten Coast rappresenta un episodio minore, ma dotato di una personalità unica e genuina, ulteriormente supportata dalla chitarra di un ospite d'onore come Dereck Trucks.
Finale straordinario quanto l'apertura: South Dakota è una canzone che poca gente sa scrivere, suonare, cantare, come un po' tutto Complicated Game, un album che testimonia che James McCurtry è vivo e vegeto e vuole solo essere lasciato in pace, proprio come molti di noi. 

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