lunedì 30 marzo 2015

Grateful Dead, "The Best Of" [Suggestioni uditive]

Grateful Dead,
The Best Of
(Rhino Records, 2015)
★★★★★















Poche realtà musicali possono godere della longevità e del successo che il destino ha riservato ai californiani Grateful Dead, da cinque decenni la band di hard rock psichedelico per eccellenza, nonchè la jam-band più popolare del mondo, nonchè la band che ha inventato il concetto di musica live, nonchè la unica band per cui è stata istituita- in occasione della morte dello storico leader e chitarrista Jerry Garcia -una giornata di lutto nazionale negli USA (la volle a tutti i costi Bill Clinton, l'11 agosto 1995).
Maggiormente noti per la loro leggendaria attività concertistica (ampiamente documentata dall'irraggiungibile cifra di 138 live album legalmente registrati e messi in vendita fra il 1967 e oggi), i Dead hanno paradossalmente inciso solo tredici dischi di inediti in studio, l'ultimo dei quali è stato Without A Net (1990). La passione mostrata nel selezionare e curare maniacalmente la proposta discografica delle loro esibizioni non è mai stata controbilanciata dalla volontà di concedere al grande pubblico un'antologia sensata e omogenea della loro attività praticamente "secondaria". Ma adesso, per fortuna, la band si è mostrata decisa a mandare in porto la compilation definitiva, appartenente alla Fare Thee Well, ovvero l'agenda di iniziative legate al cinquantennale del gruppo e alla fine di carriera annunciata da tempo (per chi fosse tanto pazzo quanto facoltoso, forse sono rimasti alcuni biglietti per i concerti del 3 e 5 luglio al Soldier Field di Chicago): questo The Best Of è quanto di più semplice e perfetto la Rhino potesse mandare in stampa. 32 brani spalmati su due dischi, comodamente acquistabili per la modica cifra di quindici euro. La tracklist è studiata e intelligente, specie nel secondo disco, quello a cui spetta l'ingrato compito di tirare fuori il meglio dal periodo "buio" della band di Jerry Garcia: la scelta dei pezzi è talmente buona che perfino Shakedown Street potrebbe risultare un disco rivalutabile. Go To Heaven e Built To Last, no, mi dispiace.
Perciò, tirando le somme, può essere questo il mezzo migliore tramite cui i neofiti, specie i più giovani, potranno avvicinarsi alla più grande band partorita dall'era della psichedelia? Pur da appassionato dei Grateful Dead più hard e rigorosamente live, posso dire di sì. La spesa è ottima e il prodotto pure. Fatevi un bel regalino di pasqua e ascoltate qualcosa di bello e di nuovo (si fa per dire!).













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