giovedì 19 novembre 2015

Dave Rawlings Machine, "Nashville Obsolete" [Suggestioni uditive]

Dave Rawlings Machine,
Nashville Obsolete
(Acony Records, 2015)
















L'odissea artistica di David Rawlings sembra aver trovato, da alcuni anni a questa parte, il meritato riconoscimento. Principalmente noto come produttore e chitarrista, è legato sentimentalmente a Gillian Welch, famosa stellina della musica country che fu dapprima scovata da T-Bone Burnett e portata dalla natìa New York City a Nashville verso la fine anni Novanta del secolo scorso . Qua registrò due dischi, uno acerbo e uno belloccio. Nel 2001 conobbe Rawlings, scrissero insieme Time (The Revelator) e lui suonò e produsse. A questo notevole album ne seguirono altri, tutti basati sulla stessa ricetta e non sempre pienamente riusciti. 
La voglia di formare un duetto vero e proprio, richiamando celeberrimi esempi di cantanti innamorati quali Gram Parsons ed Emmylou Harris o Richard e Linda Thompson (oppure i più recenti Jack e Mag White) arrivò relativamente tardi, verso il 2008, quando iniziarono a registrare con vari turnisti alcune covers confluite in Friend Of A Friend, fatto uscire per la Acony nel 2009 e comprendente nove brani di pura musica bluegrass. Il progetto prende il titolo di Dave Rawlings Machine e come tale sono tornati a suonare in questo nuovo Nashville Obsolete, un disco dal titolo accusatorio che ha visto la luce proprio a Nashville ma che riscende lungo il Mississippi alla ricerca di quella "Repubblica invisibile" e di mondi perduti, dimostrando di saper valorizzare tecnicamente le risorse e l'ispirazione di entrambi. Le loro ballate tristi e sofferte, scarne e scritte col cuore, incontrano un corretto retroterra produttivo e musicale. Rawlings produce splendidamente ed effettua una scelta di musicisti ospiti invidiabile: Willie Watson degli Old Crow Medicine Show, Brittany Haas dei Crooked Still e Paul Cowert dei Punch Brothers. Pochi ma buoni, come suol dirsi.
Nashville Obsolete è un album magniloquente, sia che lo si restringa al campo della musica americana, sia che lo si confronti con una buona fetta dell'offerta discografica attuale. Friend Of A Friend era un disco piacevole, ma con musica roots e bluegrass come se ne trova a palate a giro, e soprattutto era un'operetta solare, spensierata e contraddistinta da testi originali all'acqua di rose. Qua invece Rawlings e la Welch sfoggiano una sequenza di canzoni di lacerante country fuoriuscito dai bordi della società, suonate come le avrebbe suonate il Dylan con la Band (o quello del 1976), vociferate in certi momenti, corrosive in altri. Su tutte primeggiano The Weekend (corredata da un video semplice ma di forte impatto), l'epica The Trip, Short Haired Woman Blues e la tragica Pilgrim (You Can't Go Home).
Il disco è uscito a fine settembre e da noi ha iniziato a circolare in ottobre. In una bella recensione, pubblicata sul magazine Gagarin, Cico Casartelli lo ha accostato ai "primi monumentali album di Kris Kristofferson", al Pat Garrett&Billy The Kid di Dylan e a Old n°1 di Guy Clark, oltre a citare, inevitabilmente, il Neil Young "più introspettivo". Ecco, ha detto tutto lui: chi ama e ha ben presente queste opere e questi artisti- oltre a tutta quella aneddotica che gravita attorno ad essi -non potrà esimersi dall'ascolto di Nashville Obsolete, una sorta di stupefacente sorpresa autunnale. Un mezzo capolavoro, di quelli che non sai quanti ancora potranno uscire.

Nessun commento:

Posta un commento