sabato 29 novembre 2014

Ogni maledetto Natale [Recensione]

Se davvero il postmodernismo ha investito le arti tutte e fra queste il Cinema, dovrà pur esistere il post-cinepanettonismo: negli ultimi cinque anni, sono iniziati ad uscire (benchè timidamente e con lieve anticipo sulle festività stesse), film che con le loro taglines hanno dato luogo a divertenti ossimori, tipo <<Il primo cinepanettone intelligente>>, <<La commedia di natale capolavoro>>, <<Il nuovo, sbellicante film natalizio>>, e altre atrocità assortite. Precursore di tale movimento fu Commediasexi (2006) di D'Alatri, scritto da tale Gennaro Nuziante, passato poi alla regia per dirigere i fulminanti successi di Checco Zalone, personaggio che dal 2009 a oggi ha raccolto, con i suoi post-cinepanettoni che di bello, intelligente o raffinato hanno assai poco, l'invidiabile cifra di centodieci milioni di euro. Davvero le scurregge e le battute sui gay sono passate di moda e hanno finito con l'annoiare il popolino? Ma figuriamoci: semplicemente, sono venute a noia le strutture e i protagonisti del cinepanettone classico (Vanzina, Parenti, Pieraccioni, ecc.). La crisi ha soltanto aperto le porte a nuovi modi di concepire e realizzare il cinepanettone facendolo però rimanere un prodotto basso e quasi sempre imbarazzante. Ed è qui che intervengono quei micidiali "scassinatori" che rispondono ai nomi di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, passati alla storia del piccolo schermo con le tre stagioni di Boris (da cui, nel 2011, è stata tratta una gradevole versione cinematografica). La loro intenzione è presto detta: prendere il meglio e il peggio del cinepanettone e rileggerli in chiave totalmente anarchica e fuori dai canovacci della contemporaneità.
Così nasce Ogni maledetto Natale, operazione che tenta di inserirsi sulla linea di confine fra mainstream e indipendenza e che sta facendo parlare di sè già da alcuni giorni (complice anche l'eccezionale omaggio-parodia curato dal canale YouTube di The Jackal). Un soggetto fondato su un luogo comune à la fratelli Vanzina, quello di Lui&Lei che si conoscono durante le feste, si innamorano, trombano e decidono di presentarsi alle rispettive famiglie, che però (novità!) non sono le ricche famiglie una di Roma e l'altra di Milano, una di destra e l'altra di sinistra, bensì due famiglie sgradevoli che affrontano al meno peggio una festività angosciosa e in realtà ben poco piacevole come il Natale (nell'antichità, come ci ricorda il prologo del film, era anche detto "festa delle tenebre"). A vestire i panni dei due nuclei familiari (uno modesto e burino, l'altro ricco e ipocrita) troviamo lo stesso, eccezionale cast: Pannofino, Giallini, la Morante, Mastandrea, due dei tre Guzzanti, Fresi e altri interpreti legati all'esperienza di Boris. Veri punti deboli sono i protagonisti: la Mastronardi, burina di Cucuia fiera delle proprie origini, non riesce a tenere teste all'inaspettatamente migliore Cattelan, vestito da giovanotto ricco e carino. La regia è di Vendruscolo, Ciarrapico e Torre si fa più matura e meno naif rispetto a Boris- Il film. Si ride, ma ci si inquieta anche tanto, sia nella prima parte (l'atmosfera del natale nella Tuscia rivaleggia con una buona fetta della produzione horror statunitense) che nella seconda. I membri della famiglia di Lei sono sì tremendi, grotteschi e sopra le righe, ma anche enormemente rappresentativi dell'area geografica sperduta e arretrata in cui vivono. La parte a casa di Lui, invece, carica forse troppo il lato satirico, facendo disperdere alcuni grandi caratteristi (ci si dimentica alla svelta del Giallini che arriva in Maserati e cucina <<Millessettecento euro de'pesce!>>) e minando certi equilibri della sceneggiatura. E' un film che vive di suggestioni e di gag, una commedia che forse rimane più nel cuore che nell'occhio (priva com'è di equilibrismi o effetti speciali), ma a tratti anche imperdonabilmente incompleta. Si capisce bene che lo spirito del Natale è illusorio, sicuramente utile ad occultare l'ignoranza e a pulire le coscienze sporche della società disgregata che ancora lo festeggia, ma Ogni maledetto Natale è anche un film che potrebbe e forse vorrebbe osare di più, specie quando si tratta di rilasciare giudizi pesanti e completi sul mondo che circonda noi spettatori.

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