lunedì 17 novembre 2014

La scuola più bella del mondo [Recensione]

Erano anni che aspettavo il momento per dirlo: Luca Miniero è uno degli uomini più spietati col cinema che il mondo ricordi. Tuttavia, dopo avere visto Benvenuti al sud e Benvenuti al nord, può apparire lecito domandarsi se siamo davvero giunti al capolinea. Ebbene no: Miniero sa andare anche oltre, come ci dimostra il suo La scuola più bella del mondo, ennesimo cineteatrino in cui i "poveri meridionali" devono mettersi in gioco per dimostrare che non sono da meno rispetto ai "cattivi settentrionali". Anzi, "centrali", nel caso di questo nuovo soggetto, ambientato in larga parte in una Toscana prosperosa, amena e ridente di cui, nella realtà di tutti i giorni, si è conservato ben poco. E' questo il paesaggio che fa da sfondo ad uno strampalato scambio culturale fra la mega-efficiente scuola locale e una "sgarrupata" (tutte le volte che uso questo termine mi torna alla mente Io speriamo che me la cavo, a cui Miniero offre più volte sentiti omaggi)  seconda media proveniente da Acerra. La prima è capitanata dal professionale e competitivo Filippo (De Sica), la seconda è accompagnata dall'alternativo e disilluso Gerardo (Papaleo). Ne deriva il caro, vecchio, classico film di merda che assesta un ulteriore colpo di grazia alla commedia popolare italiana peggiorandola ulteriormente. Perchè se è vero che i film di Vanzina e Parenti sono falsi, populisti, disonesti e idioti, è altrettanto vero che sono proprio questi i primi a rimanere parecchio sopra le righe, senza necessariamente sforzarsi di dover somigliare, a qualsiasi costo, alla realtà. Il cinepanettone incassa sfruttando l'ignoranza e la noia delle persone, mentre a Miniero interessa mettere in scena una commistione fra commedia leggera e film di denuncia sociale che tuttavia finisce con l'avere l'identico spessore di una puntata de I Cesaroni: la stupidità della trama qui non è più soltanto un ingrediente, ma un vero e proprio attributo concettuale.
Di film sul sistema-scuola in crisi eravamo pieni già alla fine degli anni '90, anche se all'epoca, probabilmente, non avevamo fatto ancora nulla di male per meritarci un inguardabile Rocco Papaleo che in classe ascolta i 99 Posse, limona Miriam Leone, dorme con un alano arlecchino, e di quando in quando diventa un cartone animato (a sua volta protagonista di gag talmente sceme, brutte e malgirate da rimanere spiazzati). Location bellissime (Radicofani, Montalcino, Bagno Vignoni) ma rovinate da una fotografia talmente piatta da rendere i vari posti indistinguibili fra di loro. Chi si ostina a tessere le lodi di Christian De Sica come attore non sta bene, così come chi continua a trarre giovamento dalla visione di film brutti, stupidi e deflagranti per il cervello come La scuola più bella del mondo

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