sabato 15 giugno 2013

[Recensione] The Bay

Peccato.
Eppure stava andando tutto così bene. 
Certo, in questi primi sei mesi del 2013 è già uscita tanta spazzatura horror, ma un film come Le streghe di Salem (e in misura minore anche La madre) è riuscito a spazzare tutto via, facendo in modo che, una volta tanto, un vero horror arrivi nelle sale di tutto il mondo. Non potevano lasciare le cose come erano, no? Non potevano far sì che da una parte ci fossero persone come Rob Zombie e dall'altra produttori idioti che vogliono nuovi sequel dei capolavori di Hooper o squallidi remake (elogiati da un pubblico distorto) dell'opera maxima di Raimi? No.
E così, puntualmente, ci vuole l'horror P.O.V., che altro non è che l'acronimo di Point Of View, tecnica  predisposta più al porno che all'horror, nonostante siano generi per molti versi vicini: peccato che, mentre i film a luci rosse P.O.V. sono quasi tutti molto piacevoli da vedere, opere come i vari Paranormal Activity, Paranormal Entity, REC e compagnia bella sono da evitare come la peste bubbonica. Sin da quando uscì REC 2 mi venne da fare subito un paragone fra questo nuovo corso di cinema di paura con ciò che aveva rappresentato Twilight per i film sui vampiri: per quanto lo trovi detestabile, Twilight è stato il male minore, così come Paranormal Activity per gli horror P.O.V.; d'altro canto, i veri problemi iniziano a sorgere quando ad Hollywood si pensa ad opere come Cappuccetto rosso sangue o i sequel di Paranormal Activity. E come spesso accade il "peccato" artistico non è tanto quello originario, quanto quello che scaturisce dall'originario. Ma questo nessuno lo vuole capire, e così si continua a far girare film in P.O.V., anche ad un regista come Levinson, che arriva nelle sale italiane con The Bay.
The Bay tocca già nella trama le corde sbagliate, cercando di unire elementi di film "bio-catastrofici" (mi viene in mente l'ottimo Contagion di Soderbergh) alle atmosfere degne di Paranormal Entity. E poi, già che c'è, ci butta dentro un po' di gioventù collegiale (la giornalista alle sue prime armi), un po' di politica (quella ci vuole sempre) e un po' di tragedia sociale. Dunque, in sintesi, cos'è The Bay? The Bay è la copia diretta da un immeritato premio Oscar (facile vincere con Rain Man, quando si sa che a Hollywood si vince solo parlando di handicappati ed ebrei, o anche di entrambe le cose se si è dei veri maestri) di quello che, nel 2007, è stato il film di genere P.O.V. definitivo, quello dopo il quale potevano chiudere tutto e non farne altri: sto parlando del meraviglioso Le cronache dei morti viventi di Romero, per il quale non saranno mai troppe le parole ben spese. Sostituite il parassita di The Bay con gli zombie, modificate gli effetti dell'epidemia e allargate un po' l'ambiente dove si svolge l'azione e otterrete una bruttissima copia del film di Romero. 
Così, l'ultima "fatica" di Levinson oltre a far cacare, è pure irrispettosa.

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