giovedì 6 giugno 2013

Boards Of Canada, "Tomorrow's Harvest" [Suggestioni uditive]

BOARDS OF CANADA, "Tomorrow's Harvest" (Warp, 2013)

★★★★★





















Per tutti coloro che si intendono di elettronica, Warp è sinonimo di originalità, eccellenza ed esclusività. Il suo non è di certo un catalogo ricchissimo, ma vanta forse i migliori nomi della IDM, oltre ad avere il merito di aver scoperto moltissimi grandi musicisti in ventiquattro anni di attività e di avere addirittura dato fiducia ad artisti famosissimi che mostravano ormai una certa penuria di idee (mi riferisco, in particolar modo, all'ultimo periodo di Brian Eno, che proprio grazie alla casa discografica di Sheffield ha avuto modo di tornare a sperimentare seriamente e senza vincoli). Seguo la Warp dal 2007, e trovo che sia molto più di una semplice casa discografica: soprattutto nei primi anni '90, essere sotto contratto con la Warp voleva dire appartenere ad un vero e proprio movimento; firmare per loro era come firmare un manifesto, e coloro che godevano di questo privilegio non erano semplici d.j., ma molto di più. 
Così, quando nel 1998 i fratelli scozzesi Sandison (fissati con i documentari del National Geographic degli anni '70 e con ben sette album auto-prodotti dalla loro etichetta Music70 fra il 1986 e il 1997 a nome Boards Of Canada) fanno ascoltare le demo di Music Has Right To The Children ai discografici, la Warp è la prima a metterli sotto contratto e a regalare al mondo uno dei più bei capitoli di musica Ambient di fine millennio. E così oggi, a distanza di quindici anni dall'uscita di quel capolavoro e a ben otto anni dalla pubblicazione di The Campfire Headphase (disco "minore" del duo che contiene tuttavia la superlativa Dayvan Cowboy), i Boards Of Canada sono rispuntati fuori dal nulla. E' successo sì e no a fine aprile, quando alla Radio BBC1 è stato annunciato un codice criptato da segnare su un apposito sito che permetteva l'accesso ad un video promozionale su YouTube e al pre-order su iTunes del nuovo album, Tomorrow's Harvest. A chi è fermo alle trovate disneyane degli One Direction questo potrà apparire assurdo, ma fidatevi: per i fratelli Sandison, veri isolazionisti nella vita di tutti i giorni così come nell'arte, è assolutamente normale. I Boards Of Canada hanno sempre detestato interviste, apparizioni tv e addirittura l'attività live, tant'è che dal 2001 sono assenti dal palco. Ma questo non significa che questo silenzio di otto anni si sia risolto con un disco fatto per meri bisogni alimentari. Anzi, Tomorrow's Harvest è un capolavoro di qualità sopraffina, la stessa che ha fatto di Geogaddi (2002) una pietra miliare della Downtempo e dell'IDM. Brani come il singolo Reach For The Dead o Split Of Infinities ci fanno lasciare il "campeggio" disegnato dalle ritmiche frammentarie e dai bassi soffusi del penultimo album, avvicinandoci ad una realtà impensabile, oscura, molto meno rassicurante di quella che si era potuta prospettare nei pezzi di otto, dieci anni fa. Pur non essendo nella maniera più assoluta un'opera "passatista", Tomorrow's Harvest abbraccia nuovamente quel pessimismo onirico e isolazionista tipico del vecchio Twoism (1995), solo che stavolta è un sentimento di matrice molto più umana e profonda: basta raffrontare le copertine. Twoism vedeva degli alieni vestiti da umani guardare la terra; Tomorrow's Harvest, grazie anche a pezzi quali Jacquard CaswayCome To Dust e Cold Earth, al contrario, rende l'ascoltatore l'unico alieno, e gli fa indossare occhiali speciali con cui specchiarsi nella natura che lo circonda. La conclusiva Serena Mertvykh non è poi tanto "serena", ma segna solo il passaggio dalle tenebre ad una condizione terrena molto poco rassicurante. Il documentario girato dagli scozzesi, stavolta, supera pienamente la realtà dell'oggetto. E il superamento pare essere riuscito magistralmente, viste le critiche internazionali più che ottime con cui è stato accolto l'inatteso ritorno dei Boards Of Canada. 

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