martedì 29 gennaio 2013

Making of "Gianpoppo&Gianciccio" [Extra]

Sostenevo nella precedente rubrica Extra che mi sarebbe piaciuto scrivere su Gianpoppo&Gianciccio, altro sfortunato fumetto dalla lunga progettazione e dalla breve durata. E visto che negli ultimi mesi- complice una lunga operazione di "messa in ordine" domestica -sono riuscito a recuperare un cospicuo numero di schizzi e disegni preparatori, ho deciso di rispettare il mio buono proposito.

Gianpoppo versione "acne" (2003)
Se Talpwoman era nato e si era sviluppato fra i banchi di scuola, G&G era stato pensato tempo prima, ai tempi delle scuole medie. All'epoca disegnavo moltissimo e mi piaceva creare numerosi personaggi, pensati per ipotetiche serie. Dato che a undici anni è altamente improbabile che un editore si offra di pubblicare i tuoi fumetti (ma questo anche a ventiquattro), mi inventai una rivista: in realtà, disegnavo solo la copertina, di cui annunciavo- molto "marvellianamente"- gli incredibili contenuti. Ed è qui che iniziarono a comparire, verso il 2002, due ragazzi piuttosto bislacchi: uno, Gianpoppo, era basso e magro, con enormi denti da coniglio, occhiali dalla forma esagonale e capelli ritti suddivisi in tre parti; l'altro, Gianciccio, era alto e obeso, con un bel nasone, i capelli scuri tagliati corti e una maglietta su cui erano raffigurati due ossi incrociati. L'idea era venuta a me e a un amico osservando una coppia di studenti del primo anno che prendevano l'autobus con noi. Nacquero quindi come figure caricaturali (che, tradotto, voleva dire "presa per il culo"), ma io non mi limitai a trattarli come tali. Infatti, divennero due piccoli grandi uomini, due eroi della provincia più profonda e spietata. Gianpoppo era, già nei modi di fare e nell'abbigliamento, un piccolo-borghese di periferia, viziato, cinico ma con un suo codice d'onore; Gianciccio, invece, era il ragazzo povero, costretto ad arrangiarsi, amico di persone poco raccomandabili, insomma, un vero figlio della strada.
Gianciccio e Topolino (2002)
Le gesta di questi due rimasero nella mia testa fino al 2006, anno in cui mi ritrovai direttore artistico del giornale d'istituto e dunque padrone assoluto delle creature fumettistiche che ne avrebbero abitato le pagine finali. Dal momento che l'episodio conclusivo di Talpwoman non sarebbe uscito, iniziai a scervellarmi su cosa far pubblicare: da principio, presi in considerazione Le 7 giornate di Grecia, fumetto autobiografico a cui lavoravo dall'estate; tuttavia, avevo una gran paura di presentare una storia che sarebbe potuta risultare troppo personale, e bocciai il progetto. Tornai così alle "origini" e pensai che fosse una buona occasione per mostrare Gianpoppo e Gianciccio alle prese con qualche strampalata situazione. Scrissi una specie di soggetto di una pagina, dal titolo La casa acida, ispirato da un filmetto britannico che si intitolava, appunto, The Acid House. La trama, a grandi linee era questa:

Siamo in una località lagunare. Gianpoppo, giovanotto di periferia la cui unica preoccupazione è sperperare il cospicuo patrimonio familiare, viene invitato ad una misteriosa festa su un'isoletta. La villa palladiana che ospita l'evento è nota ai più come "la Casa Acida", dove si balla, si scopa e ci si droga. Alla festa, Gianpoppo incontra Gianciccio, spacciatore obeso perennemente in difficoltà col gentil sesso. I due si odiano a prima vista. Alle prime luci dell'alba, entrambi lasciano la festa, ma non trovano il vaporetto che li dovrebbe riportare in città, bensì uno strambo traghettatore chiamato Il Pittore. Questi scorta Gianpoppo e Gianciccio, assieme ad altri quattro sventurati, su una misteriosa isola vicina. Qua ne vedranno di cotte e di crude, incapaci di realizzare se si tratta della realtà o è una semplice allucinazione dovuta alle sostanze ingerite alla festa.
Le due tavole del secondo episodio di G&G (marzo 2006)

Inutile dire che anche in questo caso non avevo la più pallida idea di come sarebbe andata a finire la storia, ma sapevo che potevo dedicare moltissimo tempo ad organizzare il lavoro e a realizzare le tavole. Al contrario dell'anno precedente, avevo a disposizione solo due pagine per i miei fumetti, e i primi due numeri del giornale uscirono privi della sezione comics. Se questo, da una parte, ritardò il lavoro, dall'altra mi permise di curare maniacalmente i disegni. Tuttavia, la cura tecnica non fu lodata dal nostro piccolo pubblico, che si concentrò esclusivamente sulla storia, ritenuta priva di spessore e senso. Gianciccio era un personaggio già conosciuto: il fidanzato assassino di Talpwoman ora diventava un trippone drogato dal cuore tenero, e questa cosa non sembrava riscuotere il dovuto consenso. E poi G&G fu recepito come uno spin-off di Talpwoman. I primi due episodi usciti comparvero nei numeri III e IV del giornalino, e nessuno sembrò apprezzarli o capirli. Ma a me non interessava se la gente li capiva o meno: io volevo solo disegnare e mettere i miei personaggi in situazioni allucinate. Tuttavia, per il terzo numero avevo in mente di far comparire la mitica "donna talpa" e di presentare Lucignolo, la figura che avrebbe scortato Gianpoppo e Gianciccio nell'isola misteriosa. Ovviamente, il terzo numero non vide mai la luce, e G&G finì, per il sollievo di alcuni, nel dimenticatoio.

CONTENUTI SPECIALI
Disegni e altro

Gianpoppo e Gianciccio in compagnia del beccamorto Cimiblock (2002)

Un Gianciccio "noir" con tanto di lupara (2005)

Gianpoppo e Gianciccio incontrano Lucignolo, futuro maestro di vita (2005)

Autoritratto con Gianciccio (2006)

Annuncio "promozionale" per il terzo episodio mai utilizzato (2006)
Locandina mai utilizzata per il primo episodio (2005)

Due vignette destinate al terzo episodio mai realizzato (2006)
Studio di Gianciccio (2006)





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