domenica 5 ottobre 2014

Aphex Twin, "Syro" [Suggestioni uditive]

Aphex Twin,
Syro (Warp Records, 2014)
★★★★★















Come nel caso dei due ultimi romanzi di Joyce, il mondo non è mai stato veramente pronto per Richard David James, per i suoi pseudonimi e per la sua musica. Tuttavia, mi è sempre piaciuto ascoltarlo, seguirlo, immaginarlo. La sua opera, in misura maggiore rispetto a quella di altri artisti elettronici, ha accompagnato molte peregrinazioni (prevalentemente notturne) lungo i non-luoghi della mia realtà, ma di questo ho già parlato ampiamente in un vecchio post, quando l'ipotesi di un nuovo album di James poteva essere ritenuta solo un sogno di qualche folle appassionato.
E invece è successo: Richard David James (aka Aphex Twin, aka AFX, aka Poligon Window, aka Gak, aka Q-Chastic, aka Power Pill, aka The Tuss, aka Bradley Strider, ecc.), nato a Limerick in Irlanda nel 1971, è tornato a pubblicare un album di inedite dopo tredici anni (tanti ci separano dal pluridiscusso doppio Druqks). Di quanto occorso ad Aphex Twin dal 2001 ad ora- se si eccettuano una raccolta di remix (26 Mixes For Cash) e il ciclo dei dieci Analord (materiale pensato per i disc jokey e pubblicato dalla Reflex Records fra 2003 e 2006) -ben poco ci è dato di sapere: le sue apparizioni pubbliche hanno avuto la frequenza di quelle effettuate da Salinger dopo l'uscita de Il giovane Holden, i suoi live d'avanguardia (costosi e annunciati più volte all'ultimo minuto) sono stati spesso oggetto di pesanti critiche, e pure le interviste rilasciate in questo non breve periodo sono state rare quanto mosche bianche. Nel frattempo, James ha raccolto una grande quantità materiale (pare averne accumulato abbastanza per la realizzazione di altri sei album) e si è pure costruito uno studio privato in un punto non precisato della campagna scozzese, dove abita con la famiglia da una decina d'anni: ed è in questo contesto che è venuto alla luce Syro
Ironico che chi a dodici anni si costruiva un computer da solo oggi decida di incidere musica elettronica in modalità totalmente analogiche, ma anche Picasso dovette attendere la vecchiaia per imparare a disegnare come un bambino. Perciò, ecco James l'artigiano intento a riempire la sua fucina di "sintetizzatori, campionatori, sequencer, unità di missaggio ed elaborazione, interfacce MIDI, drum machine, vocoder, equalizzatori grafici e banchi di missaggio", per un totale di oltre centotrenta attrezzature a cui, come egli stesso ha dichiarato, ha spesso dovuto apportare personalmente delle modifiche. E dal momento in cui il nostro Aphex si è ritrovato a comporre e registrare la sua personale ode alla felicità domestica, perchè non far intervenire anche la famiglia? Sin dall'iniziale minipops 67 è possibile infatti udire campionamenti vocali, e non si tratta altro che delle voci di Anastasia Rybina (moglie di James) e dei due figli della coppia. Non c'è da meravigliarsi se spesso si tratta di voci tagliate, contorte e modificate fino ad essere rese incomprensibili, ma dobbiamo anche renderci conto che qua siamo semplicemente oltre. Un capolavoro come XMAS_EVET10 potrebbe già da solo valere l'ascolto dell'intero disco, ma c'è molto altro: ci sono i 130 bpm di 180 db_, i suoni interstellari e quasi profetici di CIRCLONT6A, gli echi jungle (ennesimo genere di cui Aphex fu, forse inconsapevolmente, l'inventore) di CIRCLONT14, i bit e i bip di fz pseudotimestretch+e+3 e la velocità estrema (163,97 bpm) di s950tx16wasr10.
Difficile codificare lo spettro di emozioni scaturito dall'ascolto della conclusiva aisatsana. La bellezza di una simile tela pianistica (ai cui bordi sono state abilmente tratteggiate morbide voci di uccellini) va contemplata in silenzio, con la mente che va via via sgomberandosi dal caotico tutto della vita quotidiana. Solo così sarà possibile capire come, ancora una volta, Richard James sia stato in grado di comporre una musica geniale e formativa. Di fatto, la ricerca del future sound ideale auspicato dalla rivoluzione IDM dei primi anni '90 sembrerebbe portare ancora una volta a brani come aisatsana, che non sono nuovi rispetto ai quadretti bucolici presentati, sempre come Aphex Twin, in Selected Ambient Works vol. 2 o in Drukqs. Al minuto 64 e 29 del cd, Syro si interrompe con una croma, il disco finisce come se d'ora in poi quella nota dovesse rimanere ferma per tutti i tempi. Come nel Contrappunctus XIV de L'arte della fuga di Bach, si percepisce ancora una volta quella sensazione di perfezione non-finita.
Ancora una volta.
Solo duecentossessantatre anni dopo.

Nessun commento:

Posta un commento