lunedì 24 febbraio 2014

[Recensione] The Lego Movie

Se i possessori dell'edizione DVD di Monty Python e il Sacro Graal datata 2001 e tuttora, credo, in commercio premessero il tasto "menu" e aprissero i contenuti speciali, troverebbero una buffa sorpresa: il video della canzone Camelot animato in stop motion con i mattoncini Lego e prodotto dalla celeberrima casa di giocattoli danese. Sono passati tredici anni prima che a Billund si decidessero a sfornare, con l'ausilio della Warner Bross., The Lego Movie, un lungometraggio creato con una tecnica mista di stop-motion e una computer grafica di qualità eccelsa. Nel frattempo, i videogiochi (ricordo bene Lego Island per PC, ed era il 1997) e le serie televisive sono serviti da "riscaldamento" per i produttori, sicuri e disposti ad attendere quanto tempo era necessario al fine di affinare ulteriormente una produzione da sessanta milioni di dollari e di ottenere così un risultato tecnico che definire stupefacente è dire poco. 
E se sul piano formale The Lego Movie è ineccepibile, per quanto riguarda storia e contenuti è ancora più straordinario. Immaginate solo che il protagonista, il proletario Emmet, è un ordinario operaio felice del proprio "essere pecora" e convinto che la realtà distopica costruita a tavolino dal grigio imprenditore Lord Business sia il migliore dei sistemi possibili. Le sue giornate proseguono fra caffè che costano 37 dollari a tazza, il martedì dei tacos ("Taco Tuesday"), una sitcom demenziale e sempre uguale (<<Tesoro, hai visto i miei pantaloni?>>, risate finte a seguire), il traffico vissuto all'insegna della felicità più totale e scandito dalle note di una terrificante e robotica canzoncina (<<E' meravigliosoooooooo!>>). Ci sono però persone che vivono in mondi di Lego alternativi e nascosti e disposti ad abbattere la dittatura di Business e che vedono proprio in Emmet il "prescelto" da una balorda profezia udita dal mago Vitruvius (nome non affibbiato casualmente, visto che Vitruvio Pollione, vissuto poco prima di Cristo, è il più grande teorico antico dell'architettura). E così, al fianco di Emmet, troviamo una galleria di statuette (e personaggi) proveniente dall'immaginario collettivo: da un Batman fanfarone e meno serio (anche giustamente) del Cavaliere Oscuro nolaniano ai due "Michelangeli" (Buonarroti, uno, Tartaruga Ninja l'altro), dai competitivi maghi Silente e Gandalf (le citazioni al Signore degli anelli fioccano) alla gatta repressa Unikitti, dallo svampito Lanterna Verde all'agente "bipolare" Poliduro. E nonostante il film strabordi di parodie dirette ad un pubblico magari più adulto (l'esercito di Lord Business è composto da innumerevoli statuette-terminator) e  di riferimenti satirici alla realtà odierna e alla cultura pop, The Lego Movie ofrrirà ai bambini un incredibile bagaglio di invenzioni fantasiose e intelligenti. Cosa che farebbe sicuramente felice Ole Kirke Christiansen (1891-1958), l'inventore dei mattoncini colorati: infatti, in danese "leg godt" significa "gioca bene", e i registi Phil Lord e Christopher Miller hanno giocato benissimo.
E' superfluo aggiungere che per un quasi venticinquenne che non ha mai smesso di incastrare mattoncini, il film sia una vera delizia degli occhi e dello spirito.

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