lunedì 10 febbraio 2014

[Recensione] RoboCop

Avevo anticipato questa monnezza a settembre qui sul blog, e non è che ci sia molto da aggiungere ai miei pregiudizi. Tuttavia, ho voglia di scrivere un paio di cose sul nuovo Robocop di Padilha.
La prima è che- come avevo già fatto presente un mese fa recensendo il remake "perbenista" di Carrie -odio i remake, e ancora di più disprezzo i remake che non solo non aggiungono nulla, ma sottraggono molti aspetti presenti negli originali. E il nuovo RoboCop perde praticamente tutto, a livello di contenuti, rispetto al leggendario, ottimo film di Verhoeven. Il fatto poi che Joel Kinnaman (RoboCop) e tutto il cast (Keaton, Oldman e Jackson compresi) siano uno squadrone di belle statuine incompetenti è soltanto un fattore aggiunto. Ma la cosa che, in assoluto, dà più fastidio a chi come me conosce- nemmeno "adora", "conosce" -i vecchi film del robot poliziotto è la patina super-eroistica che Padilha e i suoi sceneggiatori hanno cucito addosso al personaggio di Alex Murphy, ridotto ad un Iron Man poliziotto meno simpatico, senza Jarvis e con un'armatura più scura addosso.
Piacerà? Non piacerà?
Domande banali e inutili. Piacerà a chi non capisce nulla, a quelli che anche in un periodo come adesso (dove in sala ci sono film da Oscar come American Hustle, Nebraska, Dallas Buyers Club, The Wolf Of Wall Street e altri, mica robetta) vogliono andare a vedere questi sostituti dei cinefumetti (ne ho già parlato giorni fa riguardo I, Frankenstein, ma il discorso vale anche per questo, dunque tanto vale evitare di ripetermi) e a chi, pur vivendo il cinema come semplice esperienza di intrattenimento, non ha comunque il buon gusto di veleggiare verso altri lidi. 
Non piacerà a chi ricorda sia il primissimo RoboCop che i discutibili due capitoli successivi firmati, nello script, dal signor Frank Miller (di lui riparleremo male fra un mesetto, complice l'uscita del sequel di 300, uno dei più brutti film della storia). 
Non piacerà a chi è fondamentalmente stanco di vedere le sale "occupate" da certa merda. 
Non piacerà a chi, come me, è ormai anche stufo di parlarne male sul web, rubando uno spazio virtuale che magari, in un secondo momento, potrà rivelarsi prezioso.

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