sabato 11 luglio 2015

Terminator Genisys [Recensione]

Raramente il destino si è accanito tanto duramente su una saga cinematografica come nel caso di Terminator.
Ridendo e scherzando, sono passati trentuno anni da quando un cyborg (termine allora relativamente consueto) arrivava nella Città degli Angeli dal 2029 al solo scopo di uccidere Sarah Connor, cameriera premestruata che si ritrovava, suo malgrado, ad essere protagonista del primo Terminator di James Cameron, film superbo superato soltanto dal sequel, Terminator 2- Il giorno del giudizio (1991).
Si potrebbe scrivere un libro sui pregi dei primi due Terminator, capolavori a cui, però, la peggiore industria cinermatografica del mondo ha voluto dare un continuum. Prima è toccato a Terminator 3- Le macchine ribelli (2003), poi al perfino peggiore (nonchè il più costoso dell'intera saga) Terminator Salvation (2009) e oggi, in era di resetting, spetta a Terminator Genisys l'arduo compito di affossare ancora di più la saga.
E anzi che perfino i fan più accecati avevano accolto con sollievo la notizia che McG (uno dei peggiori registi al mondo e autore del Salvation) si fosse ritirato dal progetto. Peccato che anche Alan Taylor, l'uomo che ci ha tediato un paio di anni or sono con Thor- The Dark World, non si sia rivelato propriamente il migliore dei rimpiazzi vociferati in un primo momento (fra gli altri, Ang Lee e Denis Villeneuve).
E anzi che Emilia Clarke poteva rivelarsi quasi una scelta azzeccata.
Resta il fatto che il tempo è un giudice inesorabile e che l' "I'll Be Back" di Schwarzy non impressiona, non commuove e, soprattutto, non interessa più a nessuno. Di action movies in salsa fantascientifica ne sono usciti e ne escono annualmente pochi, ma tutti nettamente migliori di questo Genisys, che, a poche ore dall'uscita, sembra già vecchio e si lascia pure dimenticare tanto volentieri.

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