venerdì 18 ottobre 2013

Lasciar perdere per un attimo "The Grand Budapest Hotel" e pensare a "Djinn" [Scosse]


Negli scorsi tre giorni si è parlato molto del teaser e della locandina (stranamente priva della consueta "foto di famiglia") di The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Uscirà il 7 marzo 2014 e vedrà l'ovvia partecipazione del grande cast di grido (ai soliti Murray e Wilson e si aggiungeranno Ralph Fiennes, F. Murray Abraham, Adrian Brody, Willem Defoe, Jude Law e Jeff Goldblum), oltre all'ennessima collaborazione con Robert Yeoman, direttore della fotografia di tutti i film di Anderson.
Ma non parlerò dell'ultima opera di Wes Anderson: lascio questo compito ai suoi più affezionati "fan", pronti a inneggiare al capolavoro ogni volta che appaiono un paio di occhiali dalla montatura spessa. Preferisco scrivere due righe sull'ultima fatica (perchè di fatica si tratta) di Tobe Hooper, il cui teaser definitivo è stato messo in rete nelle stesse ore di quello di The Grand Budapest Hotel
Djinn è una "fatica" perchè, come tutti gli ultimi film di Hooper, è stato difficile da realizzare.
E' una fatica perchè, coi tempi che corrono, è dura realizzare un buon horror con 5 milioni di dollari.
E' una fatica perchè Hooper, venendo da anni di buone (talvolta ottime) pellicole passate letteralmente inosservate da pubblico e critica, è stato costretto ad affidarsi al "migliore offerente": in questo caso, l'araba Image Nation.
E' una fatica perchè essendo il budget totalmente arabo, anche il soggetto è diventato totalmente arabo: la trama della coppietta di sposini borghesi che si trasferisce nel nuovo nido d'amore infestato dal demone djinn poteva essere ambientata nel New England, e invece si svolge a Ras-al-Khaimah e il cast, la lingua del copione e l'ambientazione sono state corrette e riviste da Hooper in pochi mesi.
E' una fatica perchè il film era già pronto a fine 2011, ma Hooper è Hooper e Hooper è uno scomodo rivoluzionario anche negli Emirati Arabi, i cui uffici di censura hanno bollato da subito il film come "politically sovversive". 
E' una fatica perchè a Djinn, nei festival medio-orientali, hanno organizzato premiere da tappeto rosso, mentre noi si pensa a finanziare i nuovi Paranormal Activity e a spendere soldi per distribuire i cortometraggi del Sundance Festival. 
E' una fatica perchè chi ha fatto la storia del cinema come Hooper ed è un maestro del suo genere, ormai non lavora più e gli è stato tolto tutto, dai soldi alla gloria; e i nuovi maestri sembrano essere questi accademici trentenni occhialuti, che hanno rubato idee a tutti ma non lo dicono, che vogliono fare la rivoluzione girando spot per Prada e Chanel, che vogliono dare spazio ai più giovani senza preoccuparsi della talentuosità di quest'ultimi.
Non ho niente contro Wes Anderson, mi piacciono tanto quasi tutti i suoi film e considero I Tenenbaum un vero capolavoro; andrò a vedere The Grand Budapest Hotel e magari mi piacerà da impazzire. Tuttavia, prendere atto di una determinata realtà artistica mi rende triste, e mi piacerebbe vivere in un mondo dove Wes Anderson fa un film in meno e Tobe Hooper un paio in più.

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