martedì 20 novembre 2012

[Recensione] Argo

Le ragioni che mi portano dentro una sala d'essai a vedere Argo, ultima fatica di Ben Affleck regista, sono due: la prima è che preferisco un film nuovo al pur splendido Skyfall, nonostante l'amico con me brami fortemente per assistere alle nuove gesta di James Bond; la seconda è che B.E. Ellis ha parlato molto bene di questo film, e io di Ellis mi fido più che di molte persone che conosco personalmente.
La prima cosa che mi salta in mente è: Ellis se ne intende. Sottolineo che penso questo dopo tre secondi di orologio dall'inizio della proiezione: è una cazzata, ma quando ho visto il logo rosso che la Warner utilizzava negli anni '70 mi sono tornati in mente alcuni fra i miei film preferiti che iniziano proprio in quel modo. Qualcuno potrebbe dire che si tratta solo di marketing, e invece no: ha proprio a che fare con la forma globale di questo buon film. Basato su una storia vera, ambientato nel 1980, è la storia di Tony Mendez, esfiltratore professionista della CIA: la sua missione è fornire una nuova identità, un passaporto canadese e infine portare via dall'Iran sei ostaggi americani. La copertura? Fare i sopralluoghi per un film di fantascienza costosissimo dal titolo Argo
Contraddistinto da una prosa semplice, asciutta e precisa, Argo potrebbe essere davvero un film degli anni '70, e risulta tale senza bisogno di copiare niente, senza bisogno di "omaggiare" (quindi di rendersi ridicolo e povero di idee) un'epoca in cui questi soft thriller spionistici liberi dagli effetti speciali e dalla contaminazione politica erano diretti da registi del calibro di Siegel, Pollack e Lumet. Affleck, con la sua opera registica, non sfigura affatto accanto a loro: anzi, va a migliorare (e già il precedente The Town era giunto ad un ottimo livello) il proprio stile e regala ad un pubblico stanco della solita zolfa medio-orientale un film estremamente coinvolgente e moderno. Recitazione pulita e mai invasiva, con qualche caduta di stile qua e là e grandi caratteristi di contorno; la colonna sonora ospita brani di alto livello dei Led Zeppelin e dei Van Halen. Due ore che volano, con un finale galoppante che inchioda letteralmente alla poltrona.


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