martedì 13 novembre 2012

Autunno bonelliano [Pt. 4]

LE STORIE #2
"LA REDENZIONE DEL SAMURAI"
testi: Recchioni/ disegni: Accardi
Sergio Bonelli Editore
110 pag., BN, 3,50 €
★ ★ ★ ★ ★ 
Appena un mese fa, Il boia di Parigi inaugurava brillantemente la nuova avventura editoriale di Bonelli: storie di centodieci pagine, autoconclusive, senza un genere fisso. La redenzione del samurai è la seconda uscita della collana, molto atteso anche da chi non legge gli albi bonelliani ma ama quell'universo fatto di spade, coraggio e onore propri del nipponico mondo samurai. Da parte mia, non ho mai avuto spade giapponesi appese al muro di camera (sono fermo alla mia storica spada laser, gelosamente custodita), nè mi sono mai spinto oltre i grandi classici cinematografici (I sette samurai, che pur non essendo il mio film preferito di Kurosawa mi è piaciuto molto) o televisivi (da piccolo andavo matto per I cinque samurai): insomma, non sono un appassionato di samurai come lo stesso Recchioni o come alcuni conoscenti. Tuttavia, ritengo La redenzione del samurai un albo su cui c'è poco da dire: basta leggerlo una volta per realizzare che razza di capolavoro sia. Non solo i disegni del buon Accardi (new-entry bonelliana) testimoniano quanto in alto sia arrivata la sua perizia tecnica, ma anche la storia di Recchioni è magnifica, con personaggi fantastici e dialoghi originali. Credo che per i "criticoni" che appestano il mondo del fumetto nostrano, un albo simile potrà essere l'incentivo definitivo a mettere da parte il loro scetticismo e a godersi la lettura di una collana nuova, moderna e di alto, altissimo profilo.

DYLAN DOG GIGANTE #21
"IL PARASSITA/ MORTE APPARENTE/ LA VOCE NEGATA/ QUALCUNO SUL FONDO
testi: Cavalletto, Gualdoni, Marzano/ disegni: Baggi, Ornigotti, Rinaldi, Stassi
Sergio Bonelli Editore
240 pag., BN, 6,20 €
★ ★ ★
Non sono mai andato pazzo per i "dylandoggoni", e leggendo questo ventunesimo esemplare della serie prendo più che mai le distanze dalle storie dell'Indagatore dell'incubo in grande formato. Tuttavia, c'è anche del buono nelle 240 pagine del gigante 2012. Dopo la pallosa e inconcludente storia "lunga" di apertura, Gualdoni e Ornigotti ci regalano Morte apparente, in cui da uno spunto non poi molto originale si arriva ad assistere ad una vicenda di compassionevole e divertente "irrealtà quotidiana". Si prosegue con La voce negata, dove lo stereotipo del "bravo ragazzo della porta accanto" coincide stavolta con un maniaco omicida collezionista di lingue: ne risulta un racconto troppo metaforico e discorsivo, supportato ottimamente dai disegni di Rinaldi. La vera chicca è alla fine, e porta sempre la firma di Gualdoni, affiancato stavolta da Stassi: Arthur Mills, anonimo cittadino londinese di settantatre anni, è il protagonista di una storia dove Dylan Dog è solo una comparsa. Che sia l'eccezione? Dico solo che questo signore ha avuto implicazioni in più casi dell'Indagatore dell'incubo, fra cui la prima, mitologica gita fuori porta ad Undead. Se non ci credete, comprate e leggete!

1 commento:

  1. D'accordissimo sul Dyd Gigante. Due storie grandi passabili, invece le due storie micro sono bellissime. Ciò conferma che Gualdoni deve SOLO fare storie piccole. Ed entrerà nell'Olimpo di Dyd.

    RispondiElimina