mercoledì 28 giugno 2017

Natura viva con motocicletta (e la totoscaletta di un concerto a cui non vado)


Non ricordo se stanotte o stamani, ma mi sono alzato per andare a pisciare e mi è venuto in mente che manca davvero poco al concertone modenese di Vasco. Così ho iniziato a rimuginare su questo grande artista che ha deciso di festeggiare i quarant'anni di attività con un evento che ha già polverizzato un paio di record passando attraverso un vespaio di critiche e polemiche che nemmeno un presidente del consiglio a fine mandato conosce. 
Vasco è- e forse è sempre stato -un'anomalia, perchè a tutti gli effetti è il rocker italiano per eccellenza, un cantante ufficialmente riconosciuto come un vero e proprio fenomeno di massa da oltre tre decenni, ma, al contempo, vanta una schiera di haters e di prese per il culo da far paura. Insomma, divide e divide molto. Il suo corrispettivo di Oltreoceano (Bruce Springsteen), per dire, a confronto mette molto di più tutti d'accordo. 
E poi ci sono io. Io che quando Vasco ricorre nei discorsi ho sempre un po' di timore a difenderlo entusiasta, a zittire i miei interlocutori spiegando che almeno i suoi dischi compresi fra il 1977 e il 1989 (anno di Liberi, liberi) non si discutono ma si amano in toto, o ancora che dopo di quelli ci sono stati almeno un'altra ventina di grandi pezzi e un ulteriore, splendido album di fine millennio (Canzoni per me), e che lui è davvero il più grande rocker italiano di sempre. Non lo faccio, perchè si finisce sempre a discutere: c'è chi lo disprezza perchè non ha mai cantato Bandiera rossa nelle Feste dell'Unità, e c'è chi lo odia perchè riempire gli stadi è un esercizio troppo poco intellettuale agli occhi dei fans di Brunori Sas. A proposito, se volete far emergere i veri subumani fra i vostri contatti di Facebook, scrivete un post critico su Brunori Sas: altrochè offendere Padre Pio! Il risultato è garantito e avrete modo di fare un po' di pulizia virtuale.
In molti, infine, si domandano se questo mastodontico live autocelebrativo rischi di risultare l'ennesimo esercizio di potere e denaro fine a se stesso. E se anche fosse? L'epica scaturita da questa musica promette comunque di durare per sempre, perciò c'è ben poco di cui lamentarsi e ancora meno su cui recriminare. I miei complimenti dunque a chi andrà a Modena. Io non ci sarò, anche se Vasco Rossi mi ha aiutato a capire che amare una persona dovrebbe significare aiutarla a volare e non ad annegare nel letame della sua stessa esistenza. Rispetto ad ogni cantautore venuto dopo di lui e totalmente in contrapposizione rispetto alle odierne "nuove leve" (che non hanno nulla da dire e non muoiono), Vasco è un essere umano che piano piano ha aiutato una fetta consistente del suo pubblico a trovare una voce e un minimo di pace e a risparmiare qualche soldo di psicoanalisi, e lo ha fatto ben prima di cominciare a riempire gli stadi ad inizio anni Novanta. E va bene così. Va bene che in questi quarant'anni abbia pubblicato album mediocri come Stupido Hotel o addirittura insulsi come Buoni o cattivi e Sono innocente (e di contro devo dire che Vivere o niente ha il suo bel perchè). Va bene che da un paio di decenni demandi troppo a Guido Elmi, il quale, se prima aveva uno straordinario orecchio per produrlo, ormai abbonda con kitscherie metal alquanto discutibili. Tuttavia va ringraziato, perchè continua a dire che ci vuole la musica per tenerci la coscienza sveglia e la mente lontana dal dolore e dalla paura che avremo sempre dentro di noi. E ora do il via a un gioco, una boutade che ormai va molto di moda: il totoscaletta, ovvero quella lista di pezzi che vorremmo sentire a un concerto. Anche se al concerto, nella fattispecie, non ci saremo.

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