lunedì 12 novembre 2018

Il dono della tenerezza [Extra]

"Siamo straordinariamente calmi e teneri l'uno con l'altra,
come se avvertissimo il nostro traballante stato mentale.
Come se ognuno sapesse cosa prova l'altro. Anche se non sempre lo sappiamo.
Non lo si sa mai. Ma non importa.
E' la tenerezza che mi preme. E' questo il dono
che mi commuove e mi prende tutto, questa mattina.
Come tutte le mattine."

Raymond Carver, da Il dono

Le prime camere frontali avevano fatto la loro timida comparsa già da un paio di anni ed esclusivamente su cellulari come il Sony Ericsson Z1010 o il Motorola A835, ma a noi non importava, perché gli autoritratti venivano molto bene ugualmente. Merito dei soggetti, ma, in particolare, della mano e della sensibilità della fotografa, spesso così attenta a catturare quello che si apriva di fronte ai nostri occhi. Da diversi mesi eravamo montati sullo scivolo del presente, quello dove le cose assumevano un peso diverso rispetto a prima e dove la vertigine, quando c'era, era autentica e totale. E anche le giornate più grigie finivano col sembrare lucenti, come una ragazzina che scendeva da un autobus col suo zaino giallo e ti veniva incontro sorridendoti per un ascolto, un confronto, per la condivisione di qualsiasi cosa. Allora, il suono del ride di quella piccola batteria sembrava voler scandire un tempo- il nostro -che era appena iniziato e laggiù, in lontananza, si stagliavano le prime occasioni, in attesa di essere afferrate o lasciate perdere per sempre. 
Quante foto mancate, negli ultimi anni. Quante toccate e fughe. E, soprattutto, quanti compleanni trascorsi lontani e lontano. Non si era ancora mostrata della nebbia vera in questo falso squarcio di autunno, ma ha deciso di calare proprio stasera, mentre io e te parliamo riscaldati dal primo camino acceso della stagione. Una stagione che, per un motivo o per un altro, è sempre stata la nostra. Sono appena entrato nell'ultimo anno da ventenne, ho passato una brutta mattinata che somiglia già a un ricordo, spazzata via da tutto ciò che è ora. Da me, da te e da quella foto rimandata troppo a lungo.




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