martedì 11 agosto 2015

"True Detective", 2x08 [Recensione]

Brevemente.
Un finale di stagione da novanta minuti è già un evento.
Omega Station- laddove omega sottende un'idea di finalità, di conclusione, di risoluzione -chiude la seconda stagione del miglior serial thriller uscito sul piccolo schermo negli ultimi anni. Di True Detective 2 hanno forse finito per contare di più le immagini delle parole, e in questa ottava puntata di sequenze che ti affettano il cuore e scandagliano l'anima ce ne sono dal primo all'ultimo minuto. 
Ani e Ray che, sul confessionale pagano che è un letto matrimoniale, si raccontano i rispettivi segreti incoffessabili.
Velcoro che scende di macchina col cappello da cowboy.
L'assalto alla capanna di Osip.
La ripresa aerea (analoga a quella della prima stagione) sui luoghi cardine di tutta la storia.
Le visioni di Frank nel deserto, quasi fosse un moderno profeta Ezechiele. 
Il piccolo Chad che si volta a guardare suo padre.
Ray che manda gli occhi al cielo nel bosco.
E poi questa canzone:


Grazie, Nic Pizzolatto. Ti è riuscito di nuovo ed è stato uno spettacolo emozionante. Diversamente bello dal precedente e forse meno perfetto. Ma del resto, come diceva Pessoa, "l'amore ama solo le cose imperfette". 

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