lunedì 25 maggio 2015

Gov't Mule, "Dark Side Of The Mule"/ "Sco-Mule"/ "Dub Side Of The Mule"/ "Stoned Side Of The Mule" [Suggestioni uditive]

PREMESSA

Lo scorso autunno iniziai a scrivere la recensione di Dark Side Of The Mule, primo dei quattro box (cinque, se si considerano i due volumi di Stoned Side) assemblati dai Gov't Mule per celebrare i loro primi vent'anni di attività. Conoscendomi bene e sapendo sia che sarebbero trascorsi alcuni mesi fra l'uscita di un cofanetto e l'altro, sia che li avrei comprati tutti man mano che venivano pubblicati, ho aspettato di recuperarli tutti e di recensirli in un unico colpo tutti assieme. Come già successo, ho dunque stilato una fila di micro-recensioni per ognuno dei box di questa straordinaria band che ha indelebilmente segnato gli ultimi due decenni della storia del rock.

Dark Side Of The Mule
(Evil Teen Records, 2014, 3 Cd+ DVD)
★★★








Il primo bootleg legale della serie è forse anche il meno bello. Registrato all'Orpheum Theatre di Boston il 31 ottobre 2008, altro non è che un lungo (24 brani), amorevole concerto che ripesca pagine e pagine conosciutissime del repertorio dei Pink Floyd. Il granitico stile southern di Haynes e soci potrebbe apparire lontanissimo dalla psichedelia stellare della band di Rogers e Gilmour, ma in realtà viene a crearsi un incrocio di sonorità omogeneo e riuscito (soprattutto nella polverosa versione di Money), sebbene non stravolga troppo le canzoni originali. Tuttavia, encomiabili sono The Great Gig In The Sky (arrangiata come un disco Motown o poco ci manca), Wish You Were Here (mai ne potrete udire una versione più bucolica e rurale di questa), Have A Cigar (forse il brano che preferisco dell'intero box) e Time (riletta in chiave puramente sudista). Poche sorprese nel resto della scaletta, in cui, da ricordare, sono sempre e comunque covers: la bellissima Eternity's Breath di Jeff Beck e la successiva St. Stephen dei Grateful Dead.

Sco-Mule
(Evil Teen Records, 2015, 2 Cd)
★★★½







Raccolta più piccola della precedente ma enormemente più impegnativa e preziosa, Sco-Mule è la fedele documentazione di due serate che la formazione originale dei Muli (quella col compianto Allen Woody al basso, per intenderci) tenne ad Atlanta alla fine degli anni Novanta in compagnia dell'asso della chitarra jazz John Scofield, a sua volta accompagnato dal tastierista Dan Matrazzo. Viene a crearsi un quintetto che ricorda molto quello di Miles Davis (con cui lo stesso Scofield aveva suonato negli anni Ottanta), solo con le chitarre al posto dei fiati. Virtuosismi come se non ci fosse un domani, note che piovono da non si sa dove, reminescenze psichedeliche e funky che vanno a braccetto col jazz-rock proposto da questa formazione unica e irripetibile. Tosto, poco accessibile, eppure incredibile per tantissimi versi.

Dub Side Of The Mule
(Mascot/ Edel Records, 2015, 3 Cd+ DVD)
★★★★







Il più chiacchierato e discusso dei box nati per le celebrazioni del ventennale dei muli, è indubbiamente il migliore di tutta la serie. Presenta l'intero concerto del 31 dicembre 2006, spalmato su tre dischi e comprendente davvero di tutto: dai classici della band ai sentiti omaggi a band quali Procol Harum, Beatles e Rolling Stones (Cd 1), dalle tanto attese covers reggae suonate con Toots Hibbert dei Toots & The Maytals (Cd 2) ad un incendiario set finale che vede invece l'arrivo di Gregg Allman e John Popper (Cd 3). Magnifiche, sempre alla fine del terzo disco, le covers di Dylan e Bob Seger. Un'opera maxima di incalcolabile valore.

Stoned Side Of The Mule
(Evil Teen Records, 2014-2015, 2LP)
★★★½








Pubblicati (per ora) solo in vinile, i due volumi di Stoned Side Of The Mule sono usciti nel "Black Friday" del 2014 e per il Record Store Day del 2015, e proprio per questo la loro reperibilità è indubbiamente scarsa. Altro concerto di Halloween (31 ottobre 2009), altra location (il Tower Theater di Philadelphia), altra sfilza di canzoni meravigliosamente riadattate dai muli. Ma attenzione: qua dentro non troverete Satisfaction o Jumpin'Jack Flash. Al massimo, le "hits" stonesiane più note al mondo intero riproposte in questo ottimo live saranno Under My Thumb, Angie e Brown Sugar. Per il resto, la tracklist è studiata benissimo: ci sono una Monkey Man da brivido, una Ventilator Blues colossale, e poi ancora perle riscoperte come Doo Doo Doo (Heartbreaker), Slave e Shattered. Un po' ruffiana Wild Horses, mentre Can't You Hear Me Knockin' non sembrava aspettare altro che essere cantata e soprattutto suonata da Warren Haynes, che per l'occasione invita sul palco Steve Elson, già sassofonista di Stevie Ray Vaughan e David Bowie.

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