martedì 7 aprile 2015

Joe Bonamassa, "Muddy Wolf At Red Rocks" [Suggestioni uditive]

Joe Bonamassa,
Muddy Wolf At Red Rocks
(J&R Records, 2015, 2 Cd+ 1 DVD)

★★½















Lo scorso 31 agosto, Joe Bonamassa era nella più bella arena del mondo per tributare il suo personale omaggio a due leggende del blues: Muddy Waters e Howlin' Wolf. Due miti, due maestri, due artisti le cui canzoni continuano a rappresentare una fonte di ispirazione infinita per miriadi di autori in tutto il mondo. 
Lontano dallo spirito di molti suoi dischi (in particolare da quello dell'ultimo Different Shades Of Blue, assai sopravvalutato) e accompagnato da una spettacolare band, Bonamassa si abbandona a un flusso ininterrotto di brani più o meno celebri dei suoi beniamini. Che dire? Lo show è superlativo, le canzoni fantastiche, la location è a dire poco magnifica. Se ci si somma che il disco è registrato e missato come meglio non si poteva (anzi, per essere un live suona fin troppo pulito), può venire fuori che questo Muddy Wolf At Red Rocks è uno dei dischi dal vivo dell'anno? Sì, o forse no.
Forse no, perchè Bonamassa è un eccellente "tecnico" della chitarra, uno di quei maestri à la Satriani, Vai, Johnson, Petrucci, Malmsteen e compagnia bella. Un personaggio da palco del G3 o da Guitar Battle (o da Guitar Hero?). Uno di quelli che suona da Dio, che non sbaglia mai, che non fa un disco diverso dal precedente e che dà il massimo in concerto, spesso regalando ottime covers e, fondamentalmente, tenendo a freno una certa fantasia di esecuzione. Non è un bluesman puro, è in tutto e per tutto un "primo della classe", uno bravo oltre ogni immaginazione ma che, pur producendo dischi pregevoli e confezionati al meglio, non gode di uno stile peculiare come altri suoi coetanei (Derek Trucks, per dirne uno). E vendendo a questo ricco "disco-tributo-dal-vivo", a me sembra di ascoltare più il saggio di fine anno del maestro di chitarra di mio figlio piuttosto che un sanguigno live album con pezzi di repertorio. L'esecuzione è impeccabile, ma di una perfezione che lascia freddi, e tale freddezza non cozza col rossore intenso del canyon in cui il concerto si svolge.
Nulla toglie al fatto che il DVD contenuto nell'edizione "avanzata" sia veramente accurato: comprende dei belli spezzoni video del concerto (fra le altre, ci sono canzoni di Bonamassa stesso escluse dalle registrazioni su cd) e un bel documentario di mezz'ora in cui il chitarrista visita i luoghi dove Waters e Wolf sono nati e hanno mosso i loro primi passi come musicisti. Tutto molto bello, ma non dà l'impressione di bastare. Basta rilassarsi, aspettare che la luna sia alta nel cielo, togliere il secondo compact del Red Rocks dallo stereo e rimpiazzarlo con E.C. Was Here (1975) di Clapton. Stesso concept alla base, meno canzoni e meno minuti, ma tutta un'altra storia.

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