domenica 11 gennaio 2015

Ouija [Recensione]

Il 2014 è stato un anno abbastanza sfortunato per l'horror: ne sono usciti pochi, molti dei quali insipidi, nessun capolavoro, manco mezzo bel film e pochissime operette discrete (Clown è stato un po' la gradita sorpresa, quasi l'eccezione che conferma la regola). Il 2015 non parte meglio, visto che da quattro giorni le sale italiane ospitano Ouija di Stiles White, una sorta di grande prova definitiva che la Platinum Dunes di Michael Bay dovrebbe smetterla di produrre film e diventare una tavola calda. 
In quanti film, da L'esorcista in poi, abbiamo visto questo balocchino? Una trentina? Da parte mia, ricordo molto bene Amityville 3D (1983) del grande Richard Fleischer, la brutta (brutta, ma neanche paragonabile a Ouija) saga di Witchboard uscita a cavallo fra anni '80 e anni '90, Le verità nascoste di Zemeckis e persino il primo Paranormal Activity. Ma qua siamo a dei livelli di insostenibilità unici. 
Con un "piccolo" budget di appena cinque milioni di dollari (vorrei ricordare che Le streghe di Salem di Rob Zombie è costato un milione e mezzo), White si occupa di due soli aspetti: il primo è di fare pubblicità al gioco da tavolo Ouija di cui è proprietaria, dal 1991, la Hasbro (ridicolmente coinvolta nella co-produzione del film); il secondo è di portare il pubblico a vedere uno degli horror più stupidi e incongruenti usciti negli ultimi cinque anni. E il bello (si fa per dire) è che gli sta pure riuscendo: gli incassi sono ottimi e ai pre-adolescenti e agli adolescenti (fascia di età a cui il film si rivolge) il film sta piacendo. Del resto, si sa che tutto ciò che spenge il cervello è portato ad ottenere maggiori consensi. Ma Ouija non è solo un film girato di merda, fotografato alla cieca, interpretato da schifo e montato malissimo: ha pure le musiche brutte e rappresenta, in tutto, la morte del cinema dell'occulto. La psicologia dei personaggi è piatta come un francobollo, la paura non arriva mai se non sottoforma del classico salto sulla sedia, gli effetti speciali non sono pervenuti e lo spirito maligno è trattato come un mobiletto.
Il poster sbandiera in grande il fatto che il film è prodotto dagli stessi di Non aprite quella porta (che di tutti i remake brutti è uno dei peggiori) e Insidious (che non mi piace, ma riconosco che possa trovare un suo pubblico): e dovrebbe essere questo un motivo di vanto? Evidentemente sì. Immaginate quanto siamo nella merda.

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