sabato 23 novembre 2013

[Recensione] Ender's Game

Una micidiale e apparentemente invincibile razza aliena (i Formic, tanto per non smentire la regola dei nomi di merda dati ai cattivi nei film per ragazzi) che ha già arrecato danni ingenti al nostro pianeta sta per tornare all'attacco. Per fortuna che dei cervelloni decidono di addestrare dei giovani, micidiali soldati a combattere questa terribile onta. Nella squadra delle reclute spicca Ender (Asa Butterfield), vanto del suo insegnante Graff (Harrison Ford) e pronto ad accedere al livello successivo, dove verrà addestrato dal "megadirettore galattico" Mazer (Ben Kingsley). 
E' la trama di una trasposizione di Orfani, la nuova serie Bonelli in edicola da soli due mesi di cui si parla tanto, bene e a ragione? No, purtroppo no. E' il soggetto di Ender's Game, kolossal fantascientifico-bellico tratto dall'omonimo, celebre romanzo di Card (qui anche produttore) a cui Roberto Recchioni (sceneggiatore e "babbo" degli Orfani) pure dichiara di essersi ispirato. 
Cominciamo subito col dire che di Ender's Game non si salva niente: nemmeno Ben Kingsley, ridicola fotocopia di se stesso come lo è Harrison Ford (inutile dire a chi vorrebbe tentare di somigliare, visto il ruolo fantascientifico). Non si salva Asa Butterfield, evidentemente "rallevata" male nel post-Hugo Cabret, e non si salvano gli effetti speciali, belli, costosi, vuoti e a tratti anche inutili. Non si salva la regia di Gavin Hood, giustamente allontanato dal cinema dopo X-Men le Origini-Wolverine, un film che veniva a noia già solo a pronunciarne il titolo, e relegato al ruolo di tv-director
Siamo di fronte ad una trasposizione non voluta e di cui non sarebbe fregato niente a nessuno? Affatto: di questo film si parlava già all'uscita del romanzo (nel 1985), e all'epoca Orson Scott Card dovette fondare una sua casa di produzione per difendere i diritti cinematografici del libro e per poter cominciare a lavorare in pace ad una sceneggiatura propria. Sceneggiatura che nel 2003 stava per essere affidata a Wolfgang Petersen (che, pur essendo già in declino, temo che non avrebbe comunque fatto peggio di così), ma che poi fu nuovamente ritirata da Card, riscritta e stravolta, fino ad arrivare alla trasposizione di oggi, voluta, prodotta e sottoscritta dall'autore. 
Siamo di fronte all'avversario cinematografico perfetto di Hunger Games? Anche qui, no, e diffidate di coloro che pensano (forse per ignoranza, forse perchè "ispirati" dal titolo) che si tratti di una risposta al successo- tutto sommato meritatissimo -dei film della Legendary e dei romanzi della Collins.
Siamo di fronte all'inizio di una nuova saga cinematografica? A regola, sì: dal momento che i romanzi del Ciclo di Ender sono sette; tuttavia, c'è già chi parla di sequel proposti esclusivamente come film televisivi.
Anche se il film mi ha fatto schifo, leggerò mai Il gioco di Ender? Certamente sì: anzi, ora più che mai ho la curiosità di leggere almeno il primo romanzo della saga. 
Tanto so che peggio del film non potrà essere.

Nessun commento:

Posta un commento