sabato 2 marzo 2013

[Recensione] Non aprite quella porta 3D

La tendenza dell' "horror 2.0" si ramifica in due diffusi atteggiamenti: o il remake o il prequel. I remake, a loro volta, si suddividono in tre categorie: i remake di merda (il Venerdì 13 di Nispel, uscito quattro anni fa, non è tanto un film quanto un atto di violenza gratuita su una delle più belle saghe della storia del cinema), i remake tiepidi (il nuovo Nightmare arriva almeno a dei livelli rispettosi) o i buoni remake (l'Halloween di Rob Zombie sarà stravolto quanto volete, ma proprio grazie al suo essere così originale e "personale" risulta un buon film). D'altro canto, i prequel possono essere o buoni o cattivi: il prequel de La Cosa uscito appena un anno fa, ad esempio, poteva essere un valido fanta-horror, se non avesse sfruttato quel titolo così carpenteriano e non avesse voluto riagganciarsi a tutti i costi a quell'accampamento distrutto nella neve. Una sorte simile è spettata, nel 2006, alla bellissima serie inaugurata da Tobe Hooper (autore di cui si parla troppo poco e che ha girato almeno tre capolavori) Non aprite quella porta: infatti, dopo un orrendo remake firmato Nispel (qualcuno fermi quest'uomo e gli impedisca di lavorare!), Michael Bay fa qualcosa di buono e produce un prequel accettabile, sia perchè è realizzato molto meglio dei film di Nispel (anche Bruno Mattei, a quel punto, saprebbe fare di meglio), sia perchè presenta una trama "delle origini" che sta in piedi. 
Quest'anno, tuttavia, qualche imbecille ha sentito il bisogno di tornare a disturbare il povero Leatherface e la sua famiglia, giù in Texas. E così eccoci davanti a un... sequel-reboot (neanche loro sanno di cosa si tratti), un qualcosa che non vedevamo dal lontano 1994, cioè da quando un tale Kim Henkel girò Non aprite quella porta 4. E se fino ad oggi il filmetto di Henkel (arrivato in Italia solo in home video) risultava essere il peggiore della serie, Non aprite quella porta 3D è direttamente inaffrontabile. La cosa terribile non è che qualcuno (un certo Lussenhop) abbia realizzato una pellicola di livello così infimo, ma che la suddetta pellicola trovi un proprio pubblico. Infatti, mi sono permesso di dare una sbirciata a un paio di siti di cinema horror (fra cui uno gestito da un ragazzo che conosco) e ho letto cose incredibili ("il migliore dai tempi dell'originale"); poi, mi sono fermato a riflettere e ho capito. Gli horror-maniacs assomigliano tanto a quei nerd asserenti che The Avengers sia il film del secolo, e cioè persone cui fondamentalmente non interessa il Cinema, ma solo quel tipo di cinema: questo meccanismo finisce col renderli talmente tanto schiavi che essi sono i primi a non saper distinguere un buon horror da un cattivo horror. Così, come i "cinerd" finiscono sempre col dire <<L'importante è che ci sia uno stronzo in calzamaglia>> (che, tradotto, vuol dire <<Tutti i film sui fumetti son buoni, in quanto parlano di eroi di fumetti>>), gli horror-maniacs si accontentano di <<uno stronzo con la motosega>>. E guai a contraddirli: sapete, loro si "intendono" di cinema...

Ah, io in tutto questo ho detto ben poco di Non aprite quella porta 3D
Dunque, sarò breve:

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