Le ragioni che mi portano dentro una sala d'essai a vedere Argo, ultima fatica di Ben Affleck regista, sono due: la prima è che preferisco un film nuovo al pur splendido Skyfall, nonostante l'amico con me brami fortemente per assistere alle nuove gesta di James Bond; la seconda è che B.E. Ellis ha parlato molto bene di questo film, e io di Ellis mi fido più che di molte persone che conosco personalmente.
La prima cosa che mi salta in mente è: Ellis se ne intende. Sottolineo che penso questo dopo tre secondi di orologio dall'inizio della proiezione: è una cazzata, ma quando ho visto il logo rosso che la Warner utilizzava negli anni '70 mi sono tornati in mente alcuni fra i miei film preferiti che iniziano proprio in quel modo. Qualcuno potrebbe dire che si tratta solo di marketing, e invece no: ha proprio a che fare con la forma globale di questo buon film. Basato su una storia vera, ambientato nel 1980, è la storia di Tony Mendez, esfiltratore professionista della CIA: la sua missione è fornire una nuova identità, un passaporto canadese e infine portare via dall'Iran sei ostaggi americani. La copertura? Fare i sopralluoghi per un film di fantascienza costosissimo dal titolo Argo.

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