giovedì 14 febbraio 2019

Sbatti Ryan in prima pagina! [Extra]


Copio e incollo da un comunicato ANSA datato 14 febbraio:


Sette donne hanno accusato di molestie il musicista americano Ryan Adams. Un articolo del New York Times descrive l'artista in termini di bugiardo manipolatore, includendo accuse di abusi psicologici da parte della ex moglie, Mandy Moore. Un'altra donna dice che Adams le ha spedito messaggi esplicitamente sessuali e video durante una conversazione skype quando era una ragazzina. La star, famosa nei primi anni 2000, ha negato le accuse e sui social ha scritto "Non sono un uomo perfetto e ho fatto diversi errori, chiunque pensi di aver ricevuto del male, comunque involontariamente, da me ha le mie scuse profonde e senza riserve, ma il ritratto che viene fuori da questo articolo è sconvolgentemente impreciso. Alcuni dettagli travisati, altri esagerati, altri ancora completamente falsi. Non avrei mai avuto relazioni inappropriate con qualcuno sapendo che fosse minorenne".

Come succede in questi casi, si crea una frattura, una separazione in seno a chi segue e apprezza il personaggio. Per curiosità, sono andato a leggere anche il duro articolo del Times, che sembra somigliare molto a trappole mediatiche già viste e basate su dichiarazioni ad alto impatto emotivo e descrizioni artefatte. 
Per chi va oltre il giudizio spicciolo e la meccanica del #metoo, questi del moralismo social sono tempi duri e spietati. Le accuse contro Adams non sono state formalizzate, c'è già chi grida "al mostro!", ma è prematuro e- vista l'instabilità del soggetto -anche ingiusto. La sua reazione, a ora, si è tradotta in un comunicato stampa e in un video in diretta su Facebook che è stato velocemente cancellato. 
La società civile è piena di persone minate da mille debolezze e dipendenze, spesso sono colpevoli, altre volte sono solo bersagli facili. Personalmente, tendo a separare  da sempre l'uomo dall'arte. Insomma, non ho mai acceso un fuoco coi dischi dei Noir Désir o coi libri di Céline e spero di andare a vedere ancora a lungo i film di Roman Polanski.
Concludo dicendo che se qualcuno sta leggendo e ha già impacchettato i dischi di Ryan Adams per arderli sulla pubblica piazza, lo prego di contattarmi: di lui me ne mancano ancora parecchi.

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