martedì 9 ottobre 2018

Muri, ponti e altre ombre [Extra]

Mai amato John Lennon, eppure nel 2009 feci il disegno qui sopra.
Mai amato John Lennon, eppure, quando ripenso alla prima volta in cui mi fu mostrata la foto scattata a lui e Yoko da Annie Leibovitz come esempio di un amore esageratamente simbiotico (e, di fondo, impossibile), tendo a emozionarmi.
Mai amato John Lennon, tant'è che reputo Imagine una delle dieci canzoni più sopravvalutate della storia, nonché una delle più brutte (quella orribile nenia sul Natale che alle elementari fummo costretti a cantare la segue a ruota).
Mai amato John Lennon, anche perché tutte le teorie sui "gombloddi!1!" che lo hanno visto protagonista negli ultimi venti anni mi hanno ulteriormente allontanato dalla sua figura di uomo e pensatore, oltre che da quella di musicista.
Mai amato John Lennon: e come avrei potuto, del resto, io che a Paul&John ho sempre preferito Mick&Keith, Steve&Joe, Robert&Jimmy, Axl&Slash, ecc.?
Mai amato John Lennon, nonostante Walls and Bridges sia uno dei tre dischi di un beatle solista a cui non si dovrebbe mai rinunciare (gli altri due sono All Things Must Pass e Ram).
Mai amato John Lennon, e dopo averlo visto incontrare- grazie solo al "miracolo" della CGI -Forrest Gump l'ho amato ancora meno.
Mai amato John Lennon, perché alla fine non siamo obbligati ad apprezzare per forza tutte le icone pop che il mercato ci impone e il Think different o lo Stay hungry, stay foolish lasciamoli a chi ogni autunno farà una nuova fila all'Apple Store dei Gigli senza neanche domandarsi il motivo.
Mai amato John Lennon, dicevamo, eppure nel 2009 feci quel disegno. Poco più di uno schizzo buttato giù con un turbocolor nero sul foglio di un quaderno di appunti. Avevo la copertina di Abbey Road in mente, ma il mio John attraversava una Abbey Road diversa, infinita e selvatica, e si capiva bene che la avrebbe percorsa da solo, con la sua lunga ombra come unica compagna. L'ombra di Lennon doveva somigliare alla sua eredità, un'eredità che immaginavo pesante e oscura. E quanta tristezza dietro i proverbiali occhiali tondi. 
Visto che oggi, in ogni dove, risuonano le solite due, tre canzonette, usate quel cazzo di Spotify in maniera nobile. Se lo volete ricordare senza per forza arrivare al Dakota Building ad accendere una stupida candelina, ascoltate Hold On, Instant Karma!, Well Well Well, Watching the Wheels, #9 Dream e Standy by Me
Farete un favore a voi stessi e anche a lui (che, dal canto suo, non mi pare si stia perdendo granché). 

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