Avendo la fortuna di non aver passato buona parte dell'infanzia imbambolato davanti ad una scatoletta, ho scoperto molto tardi la serie animata di Capitan Harlock e l'ho trovata, sin da subito, un qualcosa di veramente pregevole. Bella storia, bella ambientazione, ma, soprattutto, bei personaggi. Il tutto introdotto da quella sigla clamorosa e nettamente superiore alla sua originaria versione nipponica.
Ciò che mi colpisce subito nella creatura di Leiji Matsumoto è la patina leggendaria che avvolge il protagonista, che non è il Jack Sparrow con gli occhi a mandarola (per fortuna) e neanche il giustiziere playboy che si abbandona volentieri a momenti di imbarazzante umorismo orientale: Harlock è serio, risoluto, devoto alla propria causa.
Ebbene, tutti questi elementi trovano la giusta e rispettosa rielaborazione nel cartone animato Capitan Harlock 3D, girato in computer grafica e diretto da Shinji Aramaki. Peccato soltanto che Harlock sia un semplice soprammobile, un bellissimo ed elaborato oggetto di scena che fa da sfondo ad una vicenda pallosa e maldestramente narrata: quella della rivalità fra i fratelli Yama (che non è il figlio di Mefisto, nemico di Tex Willer) e Yattaran, intenti a scornarsi nell'universo semi-infinito e a stabilire, una volta per tutte, se il pianeta Gaia (la terra) è ancora soltanto un ologramma sacro oppure un luogo dove il genere umano può fare ritorno. Intorno a loro si snodano e si intrecciano trame e sottotrame di personaggi odiosi e dai nomi incomprensibili, accompagnate da sviluppi e situazioni che non sono tanto mal raffigurati quanto del tutto inutili (come, a conti fatti, l'intero film).
<<Eh, ma la grafica è bella>>, ci possono dire i "settecervelli" che devono trovare per forza un motivo per cui avere buttato dignitosamente dieci euro nel cesso. Mettiamo le cose in chiaro: la grafica di Capitan Harlock 3D è INDISCUTIBILMENTE bella, anche perchè la Toei Animation ha speso più di 30 milioni di dollari per realizzare questo kolossal animato e ha sfruttato tecnologie con cui noi faremo i cartoni fra cinque, sei anni minimo. Perciò come faceva ad essere brutto sul piano formale un film girato in computer-grafica nel paese più tecnologicamente avanzato al mondo? Domandatevelo.
Il 3D è solo uno scopo di lucro, una trovata che non ha alcuna finalità artistica (come nove volte su dieci) e che odora lontanamente di disonesto. Così come disonesti appaiono gli innumerevoli furti estetico-cinematografici perpetrati ai danni del primo film di Guerre Stellari (o Star Wars-Episodio IV, o Una nuova speranza, o ecc.).
Ma non temete: al contrario della storica serie animata (che con appena due serie da 24 episodi ciascuna continua a godere di grande popolarità) o del manga da cui essa era derivata (riproposto, nel 2008, da Planet Manga in una bella edizione in 5 volumi), ci dimenticheremo presto di Capitan Harlock 3D e non sentiremo la mancanza di un film nè desiderato nè tantomeno indispensabile, ma semplicemente brutto.
P.S.: posto un cortometraggio spagnolo del 2007 diretto da Miguel Mesas e lo dedico a tutti quelli che <<lo hanno fatto animato perchè a farlo con le persone vere era troppo difficile>>.
Buona visione, coglioni!
Ciò che mi colpisce subito nella creatura di Leiji Matsumoto è la patina leggendaria che avvolge il protagonista, che non è il Jack Sparrow con gli occhi a mandarola (per fortuna) e neanche il giustiziere playboy che si abbandona volentieri a momenti di imbarazzante umorismo orientale: Harlock è serio, risoluto, devoto alla propria causa.
Ebbene, tutti questi elementi trovano la giusta e rispettosa rielaborazione nel cartone animato Capitan Harlock 3D, girato in computer grafica e diretto da Shinji Aramaki. Peccato soltanto che Harlock sia un semplice soprammobile, un bellissimo ed elaborato oggetto di scena che fa da sfondo ad una vicenda pallosa e maldestramente narrata: quella della rivalità fra i fratelli Yama (che non è il figlio di Mefisto, nemico di Tex Willer) e Yattaran, intenti a scornarsi nell'universo semi-infinito e a stabilire, una volta per tutte, se il pianeta Gaia (la terra) è ancora soltanto un ologramma sacro oppure un luogo dove il genere umano può fare ritorno. Intorno a loro si snodano e si intrecciano trame e sottotrame di personaggi odiosi e dai nomi incomprensibili, accompagnate da sviluppi e situazioni che non sono tanto mal raffigurati quanto del tutto inutili (come, a conti fatti, l'intero film).
<<Eh, ma la grafica è bella>>, ci possono dire i "settecervelli" che devono trovare per forza un motivo per cui avere buttato dignitosamente dieci euro nel cesso. Mettiamo le cose in chiaro: la grafica di Capitan Harlock 3D è INDISCUTIBILMENTE bella, anche perchè la Toei Animation ha speso più di 30 milioni di dollari per realizzare questo kolossal animato e ha sfruttato tecnologie con cui noi faremo i cartoni fra cinque, sei anni minimo. Perciò come faceva ad essere brutto sul piano formale un film girato in computer-grafica nel paese più tecnologicamente avanzato al mondo? Domandatevelo.
Il 3D è solo uno scopo di lucro, una trovata che non ha alcuna finalità artistica (come nove volte su dieci) e che odora lontanamente di disonesto. Così come disonesti appaiono gli innumerevoli furti estetico-cinematografici perpetrati ai danni del primo film di Guerre Stellari (o Star Wars-Episodio IV, o Una nuova speranza, o ecc.).
Ma non temete: al contrario della storica serie animata (che con appena due serie da 24 episodi ciascuna continua a godere di grande popolarità) o del manga da cui essa era derivata (riproposto, nel 2008, da Planet Manga in una bella edizione in 5 volumi), ci dimenticheremo presto di Capitan Harlock 3D e non sentiremo la mancanza di un film nè desiderato nè tantomeno indispensabile, ma semplicemente brutto.
P.S.: posto un cortometraggio spagnolo del 2007 diretto da Miguel Mesas e lo dedico a tutti quelli che <<lo hanno fatto animato perchè a farlo con le persone vere era troppo difficile>>.
Buona visione, coglioni!
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