lunedì 27 luglio 2015

"True Detective", 2x06 [Recensione]

Mi sono accorto che, specie dopo la quinta puntata, True Detective 2 viene visto e sopportato solo da una cerchia ormai ristrettissima di appassionati. Appassionati che, a questo punto, potrebbero essere definiti anche folli, fanatici e un po' faziosi. 
Sono uno di questi, abbiate pietà! Ho pochissima voglia di esplicare le mie motivazioni (che, alla fine, sono poche e frivole) o di giustificare i miei gusti, e mi basta dire che io questa serie la amo, a prescindere dal fatto che la quinta puntata possa avermi rapito meno della quarta, o che la terza mi sia piaciuta quanto se non più della prima.
Il fatto che io sia presissimo dalla seconda stagione di True Detective nasconde, molto probabilmente, l'essenza della completa ignoranza di cui soffro nei confronti delle serie tv, ma anche di questo mi importa relativamente.
Church In Ruins inizia con un faccia a faccia fenomenale (Ray vs. Frank), prosegue fra decine di eventi apparentementi sconnessi l'uno dall'altro e termina con una scena attesissima, quella dell'orgia. Niente Kubrick, niente Histoire d'O, niente Marchese de Sade. L'orgia di True Detective è squallida, chimica, crudamente realistica. La tensione raggiunge livelli insostenibili, così come insostenibili sono il peso dei ricordi infantili di Ani e il tritacarne emotivo attraverso cui passa Ray, ormai osservato a vista dagli assistenti sociali.
Ora, a me questa cosa che la dura e risoluta Bezzerides debba aver per forza subito le violenze da parte di un emulo di Charles Manson non è che sia sembrata un gran colpo di script. Anche in un paio delle precedenti puntate posso aver trovato elementi che mi hanno convinto poco (se non delle vere e proprie forzature), ma questa è stata davvero una soluzione un po' banalotta, che alla fine ha un po' snaturato il personaggio che più di tutti mi aveva convinto inizialmente.
A questo giro, davvero Woodrugh poteva non esserci. Mentre se penso che mancano solo due puntate e faccio un calcolo della quantità di porte, portone e botole narrative lasciate aperte da Pizzolatto, mi dico solo due cose: o True Detective 2 risulterà un serial dispersivo e inconcludente, oppure l'ultima puntata dovrà durare qualcosa come due ore e mezza.
Frank e Ray mitici. Ray soprattutto: la scena in cui il figlio è in visita e l'assistente sociale prende appunti colma ogni altra mancanza e disattenzione, per non parlare del suo festino privato (un privato ai limiti dell'onanistico) a base di coca, tequila, American Spirit e telefonate alla ex-moglie.
E poi si sentono i New York Dolls.
E anche stavolta gli ultimi centoventi secondi sono da sincope.

1 commento:

  1. la serie è bellissima, certo alcune cose appaiono forzate ma confrontando la serie con il resto della programmazione, questa di Pizzolato è sicuramente eccellente. Ho letto che l'ultimo episodio sarà più lungo degli altri.

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