
Quest'anno, tuttavia, qualche imbecille ha sentito il bisogno di tornare a disturbare il povero Leatherface e la sua famiglia, giù in Texas. E così eccoci davanti a un... sequel-reboot (neanche loro sanno di cosa si tratti), un qualcosa che non vedevamo dal lontano 1994, cioè da quando un tale Kim Henkel girò Non aprite quella porta 4. E se fino ad oggi il filmetto di Henkel (arrivato in Italia solo in home video) risultava essere il peggiore della serie, Non aprite quella porta 3D è direttamente inaffrontabile. La cosa terribile non è che qualcuno (un certo Lussenhop) abbia realizzato una pellicola di livello così infimo, ma che la suddetta pellicola trovi un proprio pubblico. Infatti, mi sono permesso di dare una sbirciata a un paio di siti di cinema horror (fra cui uno gestito da un ragazzo che conosco) e ho letto cose incredibili ("il migliore dai tempi dell'originale"); poi, mi sono fermato a riflettere e ho capito. Gli horror-maniacs assomigliano tanto a quei nerd asserenti che The Avengers sia il film del secolo, e cioè persone cui fondamentalmente non interessa il Cinema, ma solo quel tipo di cinema: questo meccanismo finisce col renderli talmente tanto schiavi che essi sono i primi a non saper distinguere un buon horror da un cattivo horror. Così, come i "cinerd" finiscono sempre col dire <<L'importante è che ci sia uno stronzo in calzamaglia>> (che, tradotto, vuol dire <<Tutti i film sui fumetti son buoni, in quanto parlano di eroi di fumetti>>), gli horror-maniacs si accontentano di <<uno stronzo con la motosega>>. E guai a contraddirli: sapete, loro si "intendono" di cinema...
Ah, io in tutto questo ho detto ben poco di Non aprite quella porta 3D.
Dunque, sarò breve:
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