Due tizi si incontrano per la strada: <<Ehi, dove stai andando?>>, chiede uno. <<Vado a vedere Il grande e potente Oz...>> risponde l'altro.
Il primo vorrebbe tanto proseguire la chiacchierata, anche solo per salvare l'amico, ignaro di ciò che si appresta a fare; ma il destino è beffardo, e dalla sua bocca esce solo un misero rantolo. Gli basta sentire il titolo- Il grande e potente Oz -o peggio ancora il nome di Sam Raimi, per soffrire come una bestia. Così si limita a fare un cenno di saluto e si avvia, correndo verso casa.
Nel breve tragitto iniziano a passargli davanti agli occhi, velocizzate, le due ore e sette del film.
Rischia di non farcela.
Potrebbe esplodere lì, in mezzo alla strada.
Così, cerca di pensare a un paio di aspetti salvabili.
Mila Kunis? <<Bona, ma inutile!>>.
La trama? <<Ma dov'è la bellezza di questa trama? Baum ha scritto ventisei romanzi su Oz. Raimi non poteva pescare da uno di questi? No! Doveva tornargli difficile...>>.
Le sequenze in bianco e nero, sentito omaggio al film di Fleming? <<Nulla di speciale. Sembrano uscite da quel vecchio videoclip dei Red Hot Chili Peppers di cui ora mi sfugge perfino il titolo...>>.
I nani che ballano e cantano? <<Sì, quelli sì!>>. Ed effettivamente, tirando le somme, i nani che ballano e cantano potrebbero essere l'unico, futile motivo per vedere Il grande e potente Oz.
Finalmente a casa. Il pensiero dei nani ha evitato la tragedia pubblica.
Il nostro sfortunato spettatore sfonda la porta di casa con una spallata e si precipita in bagno.
Abbraccia la tazza come non ha mai abbracciato nessuno. Neanche sua madre.
Mentre spalanca la bocca e reclina la testa in avanti fino a far toccare petto e mento, gli sovvengono le parole di quelli che hanno visto ovunque gli omaggi a L'armata delle tenebre, con cui Il grande e potente Oz ha- a loro detta -tantissime cose in comune.
E' troppo.
E questo è il risultato:
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