venerdì 11 gennaio 2013

Inverno bonelliano [Pt. 2]

LE STORIE #4
"NO SMOKING"
testi: Ruju/ disegni: Ambrosini
114 pag., BN, 3,50 €

★★★★★

Le Storie sono la collana Bonelli di cui ormai attendo maggiormente l'uscita in edicola, perchè mi incuriosisce e mi appaga leggere un albo autoconclusivo che mensilmente affronta periodi storici e argomenti diversi, e poi perchè si tratta di un'operazione editoriale unica in Italia. Si dà il caso che questa quarta uscita sia un fumetto gangster, uno dei miei generi prediletti, sia che si parli di fumetti, che di cinema, che di letteratura: e manco a farlo apposta mi ritrovo fra le mani quello che, almeno per adesso, è il numero de Le Storie che mi è piaciuto di più. Un protagonista apparentemente timido e introverso come Angelì potrebbe risultare noioso, quasi inconsistente ai fini di una vicenda dove non mancano gli inseguimenti mozzafiato in auto, le sparatorie violente, gli spaghetti, le rapine, le "donnacce" (la bella Manuela) e anche elementi più pulp come il cattivissimo U Lupinariu: e invece è proprio Angelì il nucleo attorno al quale No Smoking si costruisce, fino ad arrivare ad un colpo di scena degno davvero di qualche grande maestro del cinema di genere. Nell'editoriale, Gianmaria Contro cita pellicole immancabili quali Scarface (non tanto quello di De Palma, quanto quello di Hawks), Gli angeli con la faccia sporca di Curtiz e La furia umana  di Walsh, ma si potrebbero "pescare" vari omaggi anche ad altri film (forse esagero, ma le sacche contenenti le teste dei rapinatori mi hanno fatto tornare in mente un capolavoro come Voglio la testa di Garcia di Peckinpah). E poi non è un caso che uno dei migliori fumetti italiani di gangster degli ultimi trent'anni fosse nato proprio per la collana Un uomo, un'avventura, sempre Bonelli: sto parlando del bellissimo L'uomo di Chicago di Alessandrini. Che Ambrosini fosse un disegnatore dalle forti tinte noir lo avevamo già visto sulle pagine di Dylan Dog e soprattutto di Napoleone (una serie che rimpiango molto), ma stavolta ha davvero raggiunto un ottimo risultato: sembra quasi di sentire "la puzza della strada", quella che faceva aprire i polmoni a Noodles in C'era una volta in America. E infine, standing ovation per Pasquale Ruju, che si conferma uno dei migliori narratori per immagini dei nostri giorni: il suo uso di un meccanismo talvolta "rischioso" e abusato come quello del monologo interiore risulta appassionante ed efficace. Da leggere e rileggere.

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