La prima volta che mi imbattei in Hemingway avevo dodici anni: lessi Vero all'alba e lo giudicai un brutto libro, lontanissimo dai miei gusti personali sia in fatto di forma che di contenuti. Poco tempo dopo, trovai nella libreria di casa una copia de Il vecchio e il mare, quello che a detta di molti è il vero capolavoro dello scrittore di Oak Park. Pure in questa pietra miliare della letteratura moderna non ci trovai niente che mi insegnasse qualcosa. Negli anni successivi ho provato a leggere Per chi suona la campana (unico merito del libro è avere ispirato la canzone For Whom The Bell Tolls dei Metallica), Addio alle armi, Morte nel pomeriggio e il notevole Verdi colline d'Africa. A parte l'ultimo di quelli che ho citato, avevo finito col relegare Hemingway nella sezione "scrittori da non rileggere mai più", ma mi sbagliavo.
Non avevo letto Festa mobile, il libro con cui ho rivalutato completamente Hemingway. Romanzo autobiografico, pubblicato postumo nel 1964, è una fedele cronaca della vita nella Parigi degli anni Venti (chi ha visto Midnight in Paris noterà delle forti assonanze fra il film di Allen e l'opera di Hemingway). Gertrude Stein, Picasso, Pound, Joyce, Eliot, Sylvia Beach, Scott Fitzgerald sono i personaggi di un grande atto d'amore (letterario) nei confronti della città di Parigi, quella che Hemingway, ormai anziano, ricorda e rimpiange.
"Era la Parigi dei bei tempi andati, quando eravamo molto poveri e molto felici."
La "Generazione Perduta" soffre la fame un giorno, mentre il giorno seguente è a bere e fumare oppio o anche meglio alle corse dei cavalli: il tutto vissuto all'insegna di quella "festa mobile" cui allude il titolo. Un periodo pieno di dolori e rischi, ma anche di autentica felicità, quella che Hemingway sa che non tornerà mai. Insieme a quella summa che è Tenera è la notte (Tender Is The Night, che ha ispirato il primo verso della canzone Tender dei Blur) di Scott Fitzgerald, Festa Mobile non è solo uno dei più bei libri che si possono leggere su un periodo storico come gli anni Venti, ma in generale uno dei migliori romanzi di Ernest Hemingway, un documento di inestimabile valore sulla "adolescenza" artistica analizzata con gli occhi della vecchiaia.
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