I cattivi film si dividono in due categorie: i cattivi film divertenti e i cattivi film brutti. Resident Evil Retribution e Total Recall. Atto di Forza appartengono rispettivamente alla prima e alla seconda categoria.
RER (uso l'acronimo per comodità) è quel genere di film (non film di genere, attenzione) che viene in aiuto ad uno spettatore che vuole svagarsi e a cui non interessa vedere una storia per immagini: gli interessano solo le immagini. Se poi questo spettatore è videoludicamente fermo alla prima Play Station, prossimo al grado zero della richiesta intellettuale, appassionato sia al sadismo privato che al masochismo di massa e afflitto da pruriti sessuali perenni (due primi piani della Jovovich e passa tutto), rimarrà ancora più coinvolto dallo strabiliante 3D messo a disposizione del britannico Paul W.S. Anderson, già regista del primo e quarto capitolo della saga Capcom. Dopo la spettacolare sequenza iniziale e il consueto "pippone" di Alice su cosa le è successo nei quattro film precedenti, scompare totalmente il concetto di "trama". Il film tratto da un videogioco torna ad essere videogioco, con livelli che si forgiano via via (il livello Mosca- nel quale qualcuno arriva addirittura a leggere dei contenuti politici anticomunisti -è spettacolare) e cloni di cloni che mettono in grave difficoltà la nostra bella eroina super-attillata. Peccato che la tematica materna disturbi gravemente il perfetto equilibrio fra effetti visivi e rincoglionimento cui eravamo stati abituati già dai due film precedenti. Ma a parte questo, RER è un film da vedere. Si ride, ci si diverte, e la sera si va a letto senza troppo pensare a di cosa parlava il film. O a quale videogioco abbiamo giocato.
Total Recall. Atto di Forza è semplicemente un remake di merda di un film di merda. Colin Farrell fa rimpiangere Schwarzy, la Beckinsale urla male (22 anni fa, almeno Sharon Stone aveva un bel lato B), la sceneggiatura cestina definitivamente il racconto di Philip K. Dick cui la pellicola originaria era lontanamente ispirata e Len Wiseman (il "regista") non ha lo stile di Verhoeven. Nella mia esperienza, vanto un lato positivo: sono fiero di averlo visto in rete e di non aver regalato sette euro ad un'opera in confronto alla quale i film di Michael Bay sono materiale da rassegna d'essai.
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