Mayhem,
Esoteric Warfare (Season Of Mist, 2014)
★★★½
Nell'ultimo decennio, la retromania ha caratterizzato molteplici ambiti culturali e artistici, portando la gente a interessarsi quasi esclusivamente a fenomeni del passato e facendole tralasciare buona parte di ciò che viene prodotto ai nostri giorni. Per carità, ricordare è un bene; in certi casi, direi che è un dovere. I veri errori li commettono coloro che neanche si mettono sulle tracce di determinate novità. Una su tutte? Esoteric Warfare, quinto album in studio dei Mayhem, norvegesi che da trent'anni dettano legge se si parla di black metal: e ne hanno ben donde.
Un qualcosa che ad esempio appartiene di diritto agli anni '90 (anche se le becere pagine Facebook su cui vengono condivise frasi del tipo "Sei degli anni '90 se... giocavi col Dolce Forno" non lo menzionano mai) è il loro album d'esordio De Mysteriis Dom Sathanas (1994), frutto di due anni di stretta collaborazione fra il cantautore Dead (morto suicida nel 1991) e il produttore e chitarrista Euronymous (che sarebbe morto nel 1993 per mano di Varg Vikernes, meglio conosciuto come Burzum). E' una storia di morte e di psiche malata, quella dei componenti della band. Una storia che i presunti "esperti dei decenni" preferiscono tagliare fuori quando si trovano a raccontare un passato fatto di benessere, leccalecca, televisioni commerciali e spiagge piene di ombrelloni. E nonostante gli omicidi, i processi, la galera, la concorrenza più o meno sleale, i cambi di formazione e i tentativi infiniti di boicottaggio da parte delle major e degli uffici di censura di molti paesi, i Mahyem ci sono ancora, e sono tornati per dirci che ora più che mai vale la pena seguirli.
Siamo nel 2014, e io preferisco ascoltare a nastro Watchers o il singolo VI. Sec. piuttosto che lasciarmi conquistare da altri fenomeni usa e getta di cui faccio fatica a ricordare perfino il nome (tranne uno, che si chiama Coldplay). Se si sono ascoltate almeno quattro, cinque band black metal, non si può rimanere freddi di fronte a brani quali Milab o Posthuman, sintomatici di un efficace ritorno dei Mayhem all'album in studio: un formato in cui i nostri non sembrano far confluire canzoni, preferendo incanalarvi lo spirito che muove il gruppo da trent'anni, seguendo una filosofia musicale nordico-nichilista che parla ancora di misantropia, satanismo, morte, occultismo, violenza. Le note tragiche scandite dalla batteria (prodigiosa) di Hellhammer, i vocalizzi di Attila Csihar, i passaggi terrificanti di chitarra, i sub-cori da setta oscura che costellavano i lavori precedenti del gruppo, vengono qui accumulati in maniera più organica (nessuna traccia fantasma, meno brani e di durata spesso più contenuta); ma non per questo l'ascoltatore sfuggirà al terrore, a quella paura che lo renderà incapace di riconoscere quale nicchia sonora scegliere come rifugio. Perchè non sono canzoni per tutti, quelle di Esoteric Warfare. Allo stesso modo, Attila Csihar non è un artista in grado di condividere i propri spazi con altri. Non scrive testi da persona abituata alla compagnia, e i suoi brani nascono da un'esperienza umana che non è frutto della frequentazione di oratori, collegi e colonie. Lui e i Mayhem non sanno cosa sia un campeggio, non hanno mai fatto un interrail o preso parte a cose simili. O almeno, io mi sono fatto questa idea di loro molto tempo fa: e questo nuovo album non fa altro che confermarmela. Il disco esce il 6 giugno, ma è già disponibile in streaming di altissima qualità sul sito Terrorizer.com. Buon ascolto
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