Doug Liman è un perfetto esempio di regista scostante. Se da un lato, infatti, ha dimostrato di avere "fatto bene i compiti" con lievi commedie tipo Go o con il fortunato spy-movie The Bourne Identity, dall'altra non ha rinunciato a venirsene fuori con film quali Jumper o Mr. e Mrs. Smith, opere delle quali dovrebbe solo vergognarsi. Si può affermare che, fino ad oggi, era stato solo un registino che portava a casa qualche buona idea: ma con Edge Of Tomorrow, tratto da una graphic novel nipponica avente titolo All You Need Is Kill, Liman ha fatto il grande salto verso quella schiera di grandi artigiani del cinema di intrattenimento di qualità.
Partendo dal presupposto che a me la fantascienza bellica piace assai e sotto qualunque forma (cinema, letteratura, fumetti e, finchè ci ho giocato, videogiochi), un trailer come quello di Edge Of Tomorrow ha rappresentato da subito molto di più di una semplice curiosità: è stato una capsula in cui comprimere e riporre le speranze per un bel film di fantascienza da vedere in questo 2014, dopo un 2013 risultato molto fecondo in fatto di sci-fi. E oltre ad essere andato oltre le mie aspettative, Edge Of Tomorrow è riuscito ad essere molto di più di un comune film di fantascienza bellica. Una certa retorica, spesso ritenuta un ingrediente essenziale e irrinunciabile, qui sparisce praticamente del tutto, e le poche volte in cui affiora non è mai à la Rambo 2. I grossi difetti di molti personaggi di contorno sono totalmente azzerati da una sceneggiatura lucente e fantastica (ma di Christopher McQuarrie avevo parlato bene già ad inizio 2013 con Jack Reacher, e si conferma uno scrittore come in giro ce ne sono pochi) e da un cast che, a parte Cruise (che negli ultimi anni è sempre più convincente nei panni di personaggi un po' più duri del solito) e la Blunt, non annovera star di primo ordine o attoroni del momento. A parte qualche rimando di troppo a Pacific Rim (specie nel finale), il film gioca benissimo anche tutte le sue carti citazioniste: Liman ha visto tante volte Full Metal Jacket, ma non ha bisogno di rendersi ridicolo plagiando Kubrick per rendere omaggio a questo capolavoro. Ma anche le citazioni a Salvate il soldato Ryan e a Starship Troopers (un capolavoro che il mondo conosce pochissimo) non mancano. I mimics e le armature dei militari divengono personaggi, entità facenti parte la scenografia del film e non dei semplici effetti speciali appiccicati sulla pellicola. Per quanto veloci e sfuggenti, questi mostri pseudo-robotici fanno totalmente parte dell'immagine, dell'inquadratura. E anche dal momento in cui il personaggio di Cruise (un personaggio che, da principio, non è che si conquisti molto la benevolenza del pubblico, e anche questo è sintomo di una certa originalità narrativa) inizia a "ripetere" e a maneggiare il tempo (qui sta la vera genialità della trama, ciò che rende Edge Of Tomorrow l'ennesimo film di fantascienza di cui fra dieci anni neanche ci ricorderemo), Liman non ricorre mai ad un abuso di stereoscopia e CGI: si ricerca, al contrario, una certa semplicità, rifuggendo il casino roboante di tanti cinefumetti di serie C che affollano i nostri cinema 365 giorni all'anno. La messinscena europea è meticolosa senza risultare esagerata, il ritmo talmente superbo da meravigliare.
Globalmente, somiglia molto di più ad un film di guerra fantascientifico, che non ad una pellicola di fantascienza bellica: ma non è assolutamente un difetto. Anzi, è un film anche coraggioso e che non cerca di piacere a tutti i costi. Se fosse stato altrimenti, avrebbe reso spettacolare anche ciò che non necessità di alcuna spettacolarità, come fanno quasi tutti i blockbuster cialtroni dei nostri tempi. La grande differenza fra il film di Liman e questi ultimi? Edge Of Tomorrow è un film diretto da un uomo di cinema e non da un banchiere qualsiasi la cui unica e sola preoccupazione è battere cassa a fine giornata e volare nell'atollo più vicino.
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