Con Una notte da leoni 2 (2011) Todd Phillips aveva toccato, senza "se" e senza "ma", il punto indiscutibilmente più basso della sua carriera registica. Scrivo questo perchè Una notte da leoni è stata una delle poche realtà interessanti nel campo della commedia di intrattenimento ad avere preso forma negli anni 2000, e mi è dispiaciuto vederla rovinata da un sequel neanche lontanamente all'altezza dell'originale. E visto che Phillips conosce bene i mezzi con cui far ridere in maniera sensata e non con le scoregge, nessuno si poteva aspettare una cafonata del livello del secondo film. A due anni esatti dal secondo capitolo, ecco dunque arrivare, per direttissima, il terzo e ultimo atto della goliardica saga di Alan, Phil e Stu (ah, e Doug, dimenticavo...). Ovviamente le aspettative sono basse, anzi bassissime: e invece, al contrario di ogni previsione, Una notte da leoni 3 convince, spiazza e- sebbene in misura minore rispetto al primo o anche ad altre perle phillipsiane -diverte.
Mentre il primo film era perfetto per quanto riguardava la dose di comicità e il secondo invece ne era drammaticamente sovraccarico, il terzo ne presenta un quantitativo notevolmente ridotto, ma solo per motivi legati alla trama, che si fa qui meno allegra e più cupa. Intanto, il film si apre con un Alan che sta male e che rifiuta le medicine, e quando suo padre muore di infarto la situazione degenera: la madre decide di farlo ricoverare in un centro psichiatrico in Arizona, dove lo dovranno accompagnare i suoi fidi amici. Peccato che durante il viaggio nel deserto i quattro leoni vengano intercettati da una squadra di malavitosi, convinti che Alan custodisca il segreto di mr. Chow (che intanto è evaso da un carcere di massima sicurezza). Doug, ovviamente, viene rapito, e gli altri tre iniziano una peregrinazione che li porterà prima in Messico, e poi di nuovo a Las Vegas, per chiudere definitivamente tutti i conti lasciati aperti col passato. E voi vi chiederete <<E la notte da leoni dov'è?>>. C'è anche quella, fidatevi...
Fra momenti spassosi (la giraffa, il funerale del padre, l'incontro amoroso al monte dei pegni) e delle buone scene di tensione, il protagonista indiscusso di tutto il film è Alan, che dall'inizio alla fine dà il meglio di sè. Gli altri hanno perso parecchio smalto (soprattutto Stu), così come Chow (ormai ridotto a odiosa e inutile macchietta) e le mogli dei protagonisti. Tuttavia, l'essenza di fondo della saga rimane intatta, grazie ad una pellicola che raggiunge e supera abbondantemente la sufficienza, aiutata anche dalla consueta colonna sonora di livello, tipica ormai di ogni pellicola "directed by Todd Phillips".
Nessun commento:
Posta un commento