La compagnia dell'anello mostrava, nel 2001, ai miei occhi di undicenne già imbottito di letture tolkieniane, uno splendido modo di rappresentare un determinato universo fantasy. Lo Hobbit ha finito col confermare ciò che ho sempre sperato: e cioè che la solida "cattedrale" cinematografica eretta da Peter Jackson undici anni or sono fosse ancora in piedi e continuasse a irradiare bellezza.
Certo, non mi sono fatto abbindolare tanto facilmente, specie all'inizio. Il film è innegabilmente bello, ma ci mette un po' a "carburare". Non ci vedo niente di male in un Frodo Baggins che compare dopo due minuti di film, d'altro canto sopporto poco i siparietti comici della cena a casa di Bilbo e ancora meno gli orribili stornelli che vengono intonati durante e dopo il convivio. Tolte queste due cose, non è cambiato niente. Tutto è esattamente dove doveva essere e come lo avevamo lasciato nel 2003 (anno in cui Jackson disse temporaneamente addio alla Terra di Mezzo): casa Baggins, la contea, il costume di Gandalf (qui di nuovo in grigio) e quello di Saruman (che, come Frodo, nel romanzo del 1937 non compare; ma si sa che Lo Hobbit di Jackson, articolandosi in ben tre film, conterrà anche personaggi e vicende estrapolati da altre opere di Tolkien), Elrond, Gran Burrone, gli orchi, le spade, le mappe e le magnifiche ambientazioni. Sembra che questi nove anni non siano passati nell'universo creato da Jackson, ed è questo uno dei fattori che più mi ha permesso di apprezzare il film. E' vero che allo spirito del romanzo si guarda poco, e che gli sceneggiatori hanno puntato parecchio sulle tinte più dark della storia: d'altronde, il libro si poneva come una fiaba per bambini un po' cresciuti e non come una colossale enciclopedia fanta-epica sulla lotta fra Bene e Male come sarebbe stato Il signore degli anelli. Infine, non capisco queste lamentele sulla slitta trainata dai conigli: è stupida, va bene, ma dio santo, si è visto di peggio e si sono buttate via risate per mooooooolto peggio negli ultimi anni. E poi date retta "a un bischero": dimenticate tutti gli aborti e gli pseudo-film girati in salsa fantasy negli ultimi dieci anni, buttate nel cesso i maghetti di Hogwarts, richiudete quei terrificanti armadi magici e accompagnate in clinica i vampiretti canadesi che neanche possono trombare (e magari approfittatene per lasciarci anche chi li ha tanto amati).
Se è il fantasy al cinema che cercate, andate a vedere Lo Hobbit di Jackson; se avete voglia di leggere fantasy, leggete Lo Hobbit di Tolkien. Altrimenti, fate altro. Tutto il resto è imitazione scadente, è merda.
Ah, se domani qualcuno andasse a vederlo, me lo faccia sapere. Ci torno volentieri.
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