Entro in sala alle 19:30.
"Mani due spugne, salivazione azzerata, puzzo come un cane marcio dopo una giornata di pioggia" (citazione fantozziana), perchè ho fatto una marcetta in salita.
Trovo posto in seconda fila, al centro. <<Le immagini qua davanti arrivano prima>> dicevano i Dreamers bertolucciani. E forse è anche vero.
Nello stomaco ho qualche tartina e un bicchiere di Gewurtztraminer, rimasugli di uno sbrigativo "apericena" (che termine detestabile).
C'era una volta in America (versione restaurata e con quasi mezz'ora di inediti) di Sergio Leone inizia in perfetto orario, alle 19:45.
<<Se il proiezionista esiste ancora ed è una persona seria>> penso durante i titoli di testa <<non fa intervallo>>.
Ebbene, il proiezionista (o chi per lui) è una persona seria: il film va avanti senza interruzioni per la bellezza di 256 minuti.

In sostanza, anche nella sua nuova veste, C'era una volta in America si conferma per ciò che è sempre stato: un capolavoro.
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