La mia passione per i dinosauri è cosa abbastanza nota. Sin dall'infanzia, nutro una sincera simpatia per questi bestioni, specie se compaiono sul grande schermo. Fra le altre cose, sono passati quasi due anni da quando dedicai ai lucertoloni preistorici una bella top-ten qui sul blog: all'epoca, il pretesto mi fu fornito dalle prime indiscrezioni che ruotavano attorno a Jurassic World di Colin Trevorow, quarto capitolo della saga avviata da Steven Spielberg nel 1993.
Oggi Jurassic World è nelle sale di tutto il globo: si è fatto desiderare per tredici anni (lessi la notizia che la Universal aveva messo in pre-produzione un sedicente Jurassic Park IV su un numero di FilmTv nell'estate del 2003), ha già polverizzato ogni record di incasso (non una novità per questo genere di franchise) e si è rivelato un sequel al di sopra di ogni aspettativa. Anche perchè, siamo franchi, dopo Jurassic Park III (2001) il timore di un secondo film diretto à la Joe Johnston ("giullare di corte" paurosamente caro a Spielberg) poteva essere più che fondato. E invece Jurassic World è un film riuscitissimo che gode di un'identità tutta sua, ricco com'è di tante piccole invenzioni originali e riuscite che si preoccupano di coccolare il vecchio fan e, al contempo, di meravigliare il neofita.
Una buona fetta del merito va alla sceneggiatura, superiore- per dialoghi, ritmo e idee -perfino a quella scritta dallo stesso Michael Crichton per il primo Jurassic Park. E poi la regia, encomiabile, di Colin Trevorow, genietto proveniente dal sottobosco del cinema indipendente: precisa, asciutta ed equilibrata come solo il buon intrattenimento americano sa essere. Per quanto riguarda il cast, siamo su ottimi livelli: finalmente, una buona scelta di personaggi per una pellicola del franchise. Dopo i troppi istrioni coinvolti ne Il mondo perduto (1997) e dopo la disarmante assenza di un vero protagonista in Jurassic Park III, Jurassic World ci regala un nuovo, grande eroe che è Owen Grady (Chris Pratt, ormai decollato), personaggio simpatico e sfrontato che tanti stanno paragonando ad un nuovo Indiana Jones, anche se a me piace vederci qualcosa del Clark Gable di Mogambo.
Eccezionali i nuovi dinosauri mostrati (mi riferisco tanto all'ibrido da laboratorio Indominus Rex, quanto al Mosasaurus, portato a vestire i panni di un vero e proprio deus ex-machina) e magnifica l'opera di rinnovo e recupero della vecchia colonna sonora di John Williams effettuata da Michael Giacchino.
Almeno tre le sequenze che non mi stancherò mai di rivedere: la corsa in moto a fianco dei raptor, lo scontro fra il T-Rex e l'Indominus Rex, l'attacco degli pterodattili ai visitatori del parco.
Jurassic Park è ancora in piedi. Lo scienziato pazzo ha lasciato il posto ai grigi affaristi al soldo delle multinazionali e a un manipolo di ottusi guerrafondai, ma i dinosauri non si fanno fregare. Il T-Rex fa ancora paura ed è ancora il re indiscusso della foresta, unica gradita certezza in un'era costellata dai dubbi.
Nessun commento:
Posta un commento