Songs Of Innocence (Island Records, 2014)
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Non è la prima volta che un disco viene pubblicato prima in versione digitale e poi in quella fisica: potremmo pescare a piene mani esempi più o meno autorevoli nei tredici anni di vendite dell'iTunes Store. Non è neanche la prima volta che una band di alto profilo realizza un disco notevolmente inferiore alle proprie capacità artistiche e ai propri standard qualitativi. Tuttavia, Songs Of Innocence degli U2 sta passando alla storia per estremizzare entrambi i punti esposti sopra: di fatto, ci troviamo di fronte ad un'operazione di marketing (altamente discutibile) che prevede che una multinazionale regali un disco a mezzo miliardo di persone. "Regali" per modo di dire, dal momento in cui Songs Of Innocence trova spazio nella memoria dei nuovi iPhone 6 (prezzi a partire da 749€) e iPhone 6 Plus (prezzi a partire da 839€) e solo acquistando uno di questi due oggettini si può avere l'ultima fatica di Bono & co. gratuitamente. Il giochino <<Io la musica intanto te la regalo, se poi non ti piace, pazienza, la cestinerai...>> è sintomatico del fatto che il consumatore non può più decidere se comprare o no un determinato prodotto; inoltre, meccanismi di questo genere sviliscono non poco tutto quello che ruota attorno ad un album musicale.
Vengo al secondo punto. Sarà un caso, ma Songs Of Innocence è il disco peggiore della carriera ultratrentennale degli U2. Va bene che tutto quello che una band può realizzare dopo un capolavoro di importanza capitale come Achtung Baby (1991) non sarà più in grado di reggere il confronto, ma qui vengono prese le distanze anche da produzioni recenti discrete e comunque dignitose (mi riferisco sia a How To Dismantle An Atomic Bomb che a No Line On The Horizon). La produzione di Dangermouse potrebbe addirsi bene a Britney Spears ma di certo non arreca lustro particolare alla band irlandese, i riff di The Edge sono la brutta copia dei brutti riff di The Edge, la voce di Bono sembra davvero arrivare da un computer (Apple, ovviamente). Dell'innocenza a cui allude il titolo non si percepisce neanche l'alone. Però intendiamoci: come sub-specie di suoneria pre-impostata su un famoso smartphone questa musica noiosa, piatta e banale potrebbe anche andar bene.
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