Ho visto e amato Snowpiercer da subito, lo scorso venerdì.
Un film così ci voleva, e vorrei scriverne a lungo, riempire decine di cartelle per commentare, descrivere e condividere le sensazioni fortissime che mi ha scaturito la sua visione. Purtroppo, non ho avuto tempo di farlo nei giorni scorsi, e anche adesso non è molto. Dunque, sarò breve.
Con ogni probabilità, è uno dei migliori post-catastrofici di sempre.
Senza dubbio, un film ferocemente politico dalla prima all'ultima scena. E attenzione a non confondere la retorica con la politica: Snowpiercer di Bong Joon-ho non è retorico. Al massimo, racconta- anche se in maniera diversa -cose che hanno già detto in molti. Ma, in questo caso meno, male che c'è ancora qualcuno che ribadisce le solite cose.
E per raccontare questa storia incredibile il giovane regista coreano ha dovuto faticare non poco: dopo aver letto, dieci anni fa, il fumetto Le Transperceneige (mi dicono che sia bellissimo, ma non l'ho letto, anche se la Editoriale Cosmo lo ha pubblicato di fresco), ha contattato il grande Park Chan-wook, che nel 2005 acquista, tramite la casa di produzione Moho, i diritti cinematografici del film. Dopo varie traversie, il progetto parte nel 2008 in Corea del Sud, ma ha un pessimo esito, col governo e i produttori ad intralciarne la lavorazione. Solo nell'aprile del 2012, con fondi in larga parte francesi e statunitensi e un cast di stelle internazionali (Chris Evans, Ian McKellen, Ed Harris e Tilda Swinton, fra gli altri), il film "riparte" in Europa, con le riprese svoltesi in Repubblica Ceca.
La storia è clamorosa.
Gli effetti speciali non stonano.
Il film fa stare bene perchè emana una libertà artistica piena: un aspetto che traspare dalle numerose scelte "impopolari" della sceneggiatura.
Chris Evans è insolitamente adatto al ruolo, McKellen fa il suo, Ed Harris è ad un livello altissimo, ma l'interpretazione più straordinaria va alla Swinton nel ruolo della "Ministra", uno dei più cattivi, terribili, odiosi personaggi della storia del cinema.
Colonna sonora di Marco Beltrami estremamente classica e suggestiva.
99% delle scene girate dentro il treno, con la macchina da presa che ricorre a soluzioni incredibili. Per un attimo sembra di tornare quasi alla limousine di Cosmopolis di Cronenberg.
Alla fine, è incredibile quanto un film simile sia lontanissimo da ciò che siamo abituati a vedere oggi. Bong Joon-ho non crede minimamente nella razza umana, e per oltre due ore non fa altro che ripetercelo. E lo fa con un tocco e una maestria formidabili.
Se si ama il cinema, Snowpiercer è davvero imperdibile.
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