So bene che tutti coloro che volevano vederlo lo avranno già fatto, e di certo questa micro-recensione non è per loro, ma per tutti quelli che non lo hanno visto, che non contano di vederlo e che continueranno a vivere senza averlo visto: liberi di fare ciò che meglio preferite. Anche senza aver visto La vita di Adele (diretto da Abdellatif Kechiche, tratto dal fumetto Il blu è un colore caldo di Julie Maroh e vincitore dell'ultimo Festival di Cannes) continuerete comunque a respirare, mangiare e condurre la vita di sempre. Peccato che vi sarete persi tanto.
Pensavo che (Django Unchained a parte) il 2013 cinematografico non avrebbe visto l'uscita di altri immensi capolavori: mi sbagliavo tremendamente. Perchè La vita di Adele non è solo un capolavoro, ma un film che riempie anche i più reconditi buchi neri dell'anima.
Nessun commento:
Posta un commento