Credo sia sotto gli occhi di molti seri appassionati il fatto che Dylan Dog sia un personaggio bonelliano che ha "mostrato la corda" molto presto. A mio avviso, fino a poco dopo il numero 200 tutto è andato bene, fra molti alti e pochissimi bassi; dopodichè, la serie ha subito una brusca frenata di aspetti qualitativi, sia grafici che contenutistici (con qualche rara eccezione, si intende). Con questo numero 307, la situazione sembra momentaneamente risollevarsi, visto che i fan dell'indagatore dell'incubo più introspettivo ed esistenzialista troveranno pane per i loro denti: niente Londra, niente "grouchate", niente Bloch; una donna che (per fortuna) non si vede mai, una bella trasferta in un tetro sobborgo di Edimburgo e un assassino ben studiato. Questi gli ingredienti di un numero che risolve una situazione editoriale che, negli ultimi due anni, ha spesso rasentato l'illeggibile. Per chi, come il sottoscritto, compra puntualmente Dylan Dog sarà un sollievo leggere L'assassino della porta accanto; a chi, invece, lo acquista sporadicamente, lo consiglio, poichè vi potrà ritrovare alcuni elementi che hanno regalato a Dylan storie fantastiche (anche se in tempi migliori...).
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Zagor è Zagor. Basta l'eccellente speciale Sangue nero (uscito a fine marzo) a dimostrare che, ovunque, lo si metta, Zagor risulta essere un personaggio che continua a dare buoni frutti. Pacifico! (numero 612) ribadisce il concetto esposto sopra, proseguendo in maniera molto avvincente (merito soprattutto della penna di Rauch) l'epopea sud-americana dello spirito con la scure. Arrivati a pagina 98, si è davvero curiosi di sapere cosa succederà nel prossimo numero, e in quello dopo, e in quello dopo ancora. Insomma, sapere che per ancora due anni (cioè fino al 2014) Zagor e Cico saranno in Sudamerica tiene acceso un desiderio di nuove avventure che sarà difficile eliminare (almeno per me...).
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